«Stop al ticket multiplo. Liste d’attesa? I tempi sono inaccettabili. Apertura notturna degli ospedali? Temo sia un flop: abbiamo chiesto i dati, ma non sappiamo quanta gente ci vada o quanto costi». Antonino Pipitone, medico e capogruppo Idv in Regione, mette subito il dito sulla piaga.
Pipitone, non si è riusciti in questi anni a migliorare?
«Due anni fa è stata approvata, all´unanimità, una mia mozione che impegnava la Giunta a eliminare il ticket perché non è vero che è imposto dallo Stato. Ancora aspetto…».
E allora corre per le primarie?
«È una grande possibilità democratica. È giusto esserci perchè rappresenta un percorso che permette al centrosinistra di compattarsi. Possiamo battere il centrodestra».
Come sta la sanità veneta?
«È ancora buona, ma sta perdendo in eccellenza. Sempre più veneti poi non hanno i soldi per pagarsi i ticket e vanno privatamente: risparmiano».
Come si migliora?
«Bisogna cambiare tutto. Qualcosa abbiamo fatto. Sono stato promotore della legge sulla diagnosi e cura del diabete che ha fatto scuola a livello nazionale. Ma c´è ancora molto da fare. Pensiamo ai veneti che cambiano regione per curarsi. Questo accade perché la scelta del personale nei nostri ospedali non risponde più ad un criterio di vera “eccellenza”, ma alla politica. Il recente caso del dirigente Ulss, sollevato dall´incarico perché ha dato informazioni scientifiche sull´Ebola che contraddicevano Zaia, la dice lunga sul clima di intimidazione che subiscono i medici».
Allora nuovi primari in arrivo?
«Partiamo dall´eliminare i ticket e dal ridurre le Ulss: una per provincia o una ogni 500 mila abitanti. Altra cosa: il dg sanitario e quello del sociale, nella stessa azienda, sono spesso in sovrapposizione. Ne basta uno. Così si risparmiano tre milioni all´anno».
E poi con quei risparmi?
«L´altro punto del mio programma è la trasparenza. Quanti soldi vengono sprecati? Pensiamo ai vitalizi che la Regione eroga agli ex consiglieri anche se sono stati condannati o hanno patteggiato. Abbiamo depositato una proposta di legge per cambiare».
Sul caso Mose, Zaia ne è uscito bene: sono stati travolti in tanti, di destra e sinistra. Lui no.
«Zaia non avrà responsabilità penali, ma politiche di sicuro. Poi vanno rivisti gli appalti pubblici per dare speranze alle imprese venete: non devono vincere solo i “soliti noti”».
A proposito dei “soliti noti”: lei è d´accordo sul tetto dei due mandati per i consiglieri?
«Sì, nell´Idv è così. Che se ne parli ora sa da presa per i fondelli. Se dovrà essere, che almeno sia retroattiva per evitare le solite furbate. Altra furbata della “cricca di Zaia” da fermare? Il caso dell´assessore Isi Coppola, che ha speso più di quanto dichiarato per la campagna elettorale, insegna».
E cioè?
«È normale che aziende private finanzino la campagna elettorale di un consigliere. Non è normale che quei consiglieri votino norme che riguardano le aziende sponsor. Questo deve finire».
Che azioni per le imprese?
«100 mila euro all´anno per quelle dei giovani e in rosa. E so dove trovare i fondi».
Come dire che le sue avversarie alle primarie non conoscono bene come lei la Regione?
«No, non è nel mio stile. Io parlo coi fatti. Tante le leggi e i temi di cui mi sono occupato».
Qualche altro esempio?
«Nel Vicentino mi sono attivato a tutela della falda di Villaverla o la discarica di Vianelle. L´ottica? Dopo 20 anni di centrodestra lo spazio è finito. L’ambiente va tutelato».
Anche gli animali?
«Sì, abbiamo bloccato la caccia in deroga. E poi una legge per il benessere degli animali. Se si può portare in spiaggia Fido, in spazi dedicati, è merito del lavoro di Pipitone».
Il Giornale di Vicenza – 26 novembre 2014