Venezia. Cani avvelenati, l’assessore all’ambiente Bettin: «Ci costituiremo parte civile»
«Ci costituiremo parte civile, ho dato mandato ufficiale all’avvocatura civica». Pugno duro dell’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, contro chi avvelena i cani da caccia seminando bocconi avvelenati nei campi e nelle zone dove generalmente è consentita la caccia, tra Campalto, Favaro e Tessera.
«Questo stillicidio è intollerabile», commenta Bettin dopo l’appello del presidente provinciale di Italcaccia, Alberto Leone, che nei giorni scorsi ha messo in guardia chi pratica l’attività venatoria, denunciando ancora morti di animali. «Un’azione simile non è casuale, chi si comporta in questo modo è un farabutto, è giusto che la città si schieri contro queste persone e faccia sentire tutto il peso in un’eventuale causa. Adesso presenteremo una relazione dettagliata a prefetto e questore, poi la nostra avvocatura civica lavorerà alla costituzione di parte civile. Quanto continua a succedere è intollerabile, non va bene, non esiste. È un’azione vigliacca». Insomma, bisogna fermare le persone che continuano a gettare bocconi ed esche avvelenate colpendo i cani dei cacciatori, che muoiono in pochi minuti in modo atroce, per colpire i padroni e la loro attività. Chiosa Bettin: «La relazione verterà su quanto sta avvenendo e quanto è accaduto l’anno scorso e ci costituiremo parte civile. Ribadisco: questi sono atti criminali». I luoghi dove si sono verificati gli incidenti e dove sono morti i cani nei giorni scorsi sono principalmente la zona di Campalto, intorno all’ex-concessionaria Rizzato, e il Montiron a Tessera. Qui sono stati ritrovati diversi bocconi di carne avvelenata, con un veleno tanto potente da non lasciare scampo ai cani. Italcaccia ha invitato tutti i cacciatori che malauguratamente dovessero essere lesi dalle esche avvelenate, a sporgere denuncia ai carabinieri di Favaro, che si sono già occupati della materia. A confermare la situazione anche Mario Muccioli, dell’associazione Punta Lunga e presidente del Circolo cacciatori di Tessera, Favaro e Campalto, che tiene un registro con i giorni dei decessi e che nella passata stagione ne ha contati una ventina.
La Nuova Venezia – 3 ottobre 2013