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Verona. Assalti in villa. Rapinatori messa in fuga dal cane

In cella 4 albanesi. L´abbaiare dell´animale ha svegliato il proprietario. La banda girava con arnesi da scasso e armi. I malviventi all´alba hanno cercato di entrare in azione in via Valpantena a Quinto. In città cresce la paura tra i residenti nelle frazioni della città

La settimana scorsa a Ponte Florio, alle porte di Montorio. Ieri mattina all´alba invece stavano per antrare in azione in una villetta a due piani a Quinto di Valpantena. Erano in quattro, avevano tutto quello che poteva loro servire per mettere a segno il colpo, non solo arnesi da scasso e cacciaviti ma anche armi e passamontagna. Due episodi distinti ma inquietanti che rilanciano il problema della sicurezza. In quella villetta vive Paolo Prati, titolare di un´impresa edile. Una villetta che ieri mattina alle 5 stava per essere presa di mira da una banda di albanesi. Se non fosse stato per la cagnolina di casa, una meticcia fulva, piccola ma particolarmente attenta. Non è un cane da guardia, non fa paura a nessuno, ma ha iniziato ad abbaiare in maniera insistente, troppo insistente. Poi quel particolare tipo di latrato che chi ha cani riesce a «decifrare»: qualcuno stava passando davanti alla casa che si affaccia in una piccola laterale di via Valpantena, proprio di fronte al mangimificio Veronesi.

E il proprietario di casa, Paolo Prati, ha capito che c´era qualcosa che non andava: si è affacciato alla finestra e ha visto qualcuno che stava cercando di nascondersi dietro ai blocchi in plastica che vengono utilizzati nei cantieri edili. Ombre e la cagnetta di casa era troppo nervosa.

«Ho visto muoversi qualcuno, Stella continuava ad abbaiare c´era qualcosa che non andava, e per questo non mi sono mosso ma ho chiamato il 113». Le pattuglie sono arrivate in pochi minuti, lui non è uscito di casa e ha atteso che i poliziotti arrivassero e bloccassero i primi due.

I complici sono riusciti a dileguarsi ma in zona stavano arrivando altre pattuglie ed è iniziata la caccia agli altri componenti della banda: erano scappati a piedi, lì intorno c´è un´azienda e poi campi, speravano forse di non essere individuati ma dopo circa mezz´ora li hanno presi. E hanno recuperato anche la macchina.

A quel punto è emersa una serie di elementi che rende l´episodio particolarmente inquietante: oltre ai passamontagna avevano armi e munizioni, le tenaglie e i cacciaviti. Non solo stavano per entrare in azione ma con tutta probabilità erano pronti a tutto. Quei latrati però li hanno spinti a nascondersi, qualche minuto di esitazione che è stato sufficiente a innescare la sequenza di azioni che ha portato al loro arresto.

Tentata rapina e detenzione illegale di armi e munizioni, queste le ipotesi contestate ai quattro cittadini albanesi sulle cui generalità sono stati eseguiti gli accertamenti in collaborazione con l´ufficio immigrazione della Questura (al fine di verificare la loro regolarità sul nostro territorio e l´esistenza di eventuali precedenti). Al termine dei controlli, dopo aver informato il magistrato di turno, il sostituto Elisabetta Labate, i quattro sono stati condotti in carcere a Montorio, in attesa dell´udienza di convalida che si svolgerà con tutta probabilità domani.

Un episodio inquietante avvenuto verso le 5 del mattino e che aveva – questa almeno l´ipotesi al momento più accreditata dagli investigatori – le caratteristiche per trasformarsi in un assalto vero e proprio. E se non fosse stato per quell´abbaiare insistente con tutta proabilità il proprietario della villa si sarebbe accorto troppo tardi della presenza di intrusi.

«Mi hanno detto che li hanno presi tutti e quattro, due subito e gli altri un po´ più tardi. Speriamo solo che tra qualche giorno non tornino ad essere liberi», aggiunge Prati, ancora turbato per il risveglio all´alba, per quel tipo di risveglio.

L’Arena – 26 novembre 2012

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