É un coro univoco di proteste quello delle associazioni animaliste veronesi all’indomani del terribile incendio sprigionatosi all’interno del canile di via Campo Marzo nella notte tra sabato e domenica.
Un rogo probabilmente scaturito da un corto circuito che ha ucciso otto bestiole, rimaste imprigionate all’interno delle gabbie avvolte dalle fiamme e dal fumo. I primi accertamenti effettuati dalle forze dell’ordine hanno escluso, almeno per il momento, ipotesi di natura dolosa. Ma la polemica divampa.
«Si potrebbe archiviare questo tristissimo episodio come un fortuito, doloroso incidente – hanno scritto in una nota Animalisti Verona, Enpa, Gaia, Lav, Lega nazionale per la difesa del cane (Verona e Legnago), Oipa e Tribù animale . Ma non è così, nulla di quanto accaduto è casuale: da anni denunciamo ritardi ed inefficienze nella progettazione e costruzione di un nuovo canile municipale, meno precario e fatiscente di quello oggi in attività dove gli otto poveri animali sono bruciati vivi. Da oltre 20 anni la Regione Veneto ha stanziato i fondi per la costruzione di nuovi canili ma solo la nostra città è rimasta al palo. Verso quali “urgenti” opere sono stati dirottati quei fondi vincolati?». E concludono con un appello all’amministrazione comunale: «Chiediamo con forza all’amministrazione comunale di fare immediata chiarezza e rendere pubbliche eventuali responsabilità o negligenze per quanto accaduto e di portare a termine nel più breve tempo possibile i lavori della nuova struttura, che deve essere resa agibile quanto prima per poter accogliere i cani attualmente ospiti del vecchio, obsoleto, insicuro canile di via Campo Marzo».
Il progetto c’è, come conferma l’assessore Enrico Toffali, ed entro la primavera dovrebbe essere realizzata la nuova struttura in via Binelunghe, alla Bassona. «Quel che è accaduto mi ha colpito personalmente – premette l’assessore -. I lavori per la nuova struttura procedono e prima dell’estate saranno ultimati e stiamo preparando il bando per la gestione». In via Binelunghe saranno ospitati i cani del «rifugio»; mentre le attività sanitarie svolte dal servizio veterinario dell’Usl 20 (dalla prima accoglienza dei randagi al pronto soccorso degli animali feriti) proseguiranno nella struttura di via Campo Marzo.
E il Partito Democratico attacca, preannunciando un’interrogazione in consiglio regionale per individuare eventuali responsabilità nella disgrazia di sabato notte e lo stato attuale della struttura. «Si è trattato di una tragedia annunciata – dicono i consiglieri comunali Michele Bertucco e Orietta Salemi, insieme al collega Franco Bonfante, consigliere regionale -. Da anni denunciamo le carenze strutturali del canile andato a fuoco, i colpevoli ritardi nella realizzazione di quello nuovo e la mancanza di trasparenza nell’impiego dei fondi destinati a dotare la nostra città di una struttura adeguata. Chiederemo venga immediatamente effettuata una precisa e attenta valutazione delle condizioni strutturali della parte restante dei box destinati ad ospitare i cani e della palazzina servizi, oggetto alcuni anni fa di un parziale restauro ma sulla quale erano stati previsti altri interventi di ristrutturazione mai realizzati». Il direttore generale dell’Usl 20, Maria Giuseppina Bonavina, precisa: «L’incendio ha interessato un capannone dell’area adibita a rifugio e purtroppo non è stato possibile salvare quegli otto cani. L’attività sanitaria continuerà ad essere svolta nelle strutture di via Campo Marzo, assolutamente idonee».
Il Corriere del Veneto – 21 gennaio 2014
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