Ronzano attorno ai piatti infastidendo e impaurendo chi vorrebbe mangiare, prendono d’assedio i cestini, tornano insistenti anche se allontanate. L’emergenza api, ma anche veste e calabroni, in Bra continuava anche ieri, e pare non essere destinata a scomparire in pochissimi giorni.
Come promesso, Amia, in mattinata, ha effettuato un sopralluogo in piazza e nelle vie limitrofe, con via Roma particolarmente interessata dal fenomeno, per capire quali fossero le dimensioni e ha confermato il proprio piano di difesa: «Abbiamo notato – spiega Marco Magnano, coordinatore Servizio giardini di Amia – che si tratta soprattutto di api, con le impollinatrici che sono attratte in particolare dai residui zuccherini delle consumazioni. Per evitarli continueremo a sostituire tre volte al giorno, mattina, pomeriggio e sera, i cestini in modo da fornire meno attrattori possibili». Altri tipi di intervento, da parte di Amia, se non ulteriori pulizie, per adesso, non sono possibili: le api sono animali protetti e non possono essere uccise; discorso diverso per vespe e calabroni, ma in questo caso bisognerebbe individuare i nidi per eliminarli. Una bonifica, quindi, non è cosa semplicissima da realizzare. E poi, eventualmente, si può sperare in qualche pioggia che permetta alle piante di vegetare di nuovo e ai fiori di tornare a sbocciare: «Il gran caldo – spiega Magnano – blocca la vegetazione delle piante, ma un cambio di temperatura porterebbe i fiori a sbocciare nuovamente, spingendo le impollinatrici verso obiettivi più tradizionali e liberando turisti e ristoratori dall’assalto ai loro pasti». Non è escluso, tuttavia, che la presenza anomala di insetti, quest’anno, sia determinata da qualche sciame insediatosi poco lontano. Secondo Fabrizio Cestare, medico capo servizi veterinari dell’Ulss 20, è una delle possibilità: «Da quanto appreso io non escluderei la presenza di uno sciame nei paraggi, anche solo “provvisorio”: magari si è sistemato in qualche anfratto dove può restare indisturbato mentre le api procacciano il cibo. Sarebbe importante capire quanto prima da dove vengono». Non pare essere una soluzione, invece, quella di creare cocktail per le api. «In questo modo, aumentano gli attrattori – dice Magnano – e rischia di aumentare anche il numero di insetti attirati in zona».
Samuele Nottegar – IL Corriere del Veneto – 18 agosto 2016