Questione di punti di vista, evidentemente. Perché è vero che gli otto dipendenti dell’Usl 20 di Verona pizzicati due anni e mezzo fa dalle telecamere di Striscia la Notizia a timbrare il cartellino alla sede di via Valverde per poi andarsene a fare la spesa o in posta, sono stati appena «scagionati» dalla procura che ha chiesto l’archiviazione delle accuse.
Ma risulta altrettanto comprovato che, al contrario, nei confronti degli stessi otto presunti «furbetti» su cui la magistratura ha deciso di non procedere, «il procedimento disciplinare immediatamente aperto dall’Usl 20 si è già concluso con l’irrogazione di altrettante sanzioni». Proprio così: come conferma il direttore generale Maria Giuseppina Bonavina, infatti, «l’Unità sanitaria locale, a conclusione dell’indagine interna finalizzata ad accertare sussistenza e dinamica dell’accaduto, ha già provveduto a sospendere gli emolumenti per un periodo di tempo variabile, a seconda dei singoli casi, dai tredici ai diciassette giorni». Traduzione: «assolti» dalla magistratura scaligera, i presunti «assenteisti di via Valverde» sono già stati invece «condannati» – o meglio, «sanzionati» – dall’Usl 20, vale a dire dal proprio datore di lavoro. Ma com’è possibile? Questione, per l’appunto, di punti di vista.
È stato il pubblico ministero Bianca Rinaldi, nel chiudere un’inchiesta che si è protratta per due anni e mezzo, a chiedere l’archiviazione al giudice per le preliminari innescando la piccata e incredula reazione («Questa non è giustizia, i nostri filmati erano chiari e le nostre verifiche approfondite e continuate nel tempo») di Valerio Staffelli, il super inviato del tg satirico di Canale 5 che nell’aprile 2012 aveva realizzato lungo le strade di Verona la clamorosa inchiesta tv. Peccato che, nel frattempo, in attesa di conoscere se il gip acconsentirà alla sollecitazione della procura e seppellirà il caso in un cassetto o se invece ordinerà ulteriori indagini, l’Unità Sanitaria locale abbia invece già concluso il procedimento disciplinare «comminando alle otto persone coinvolte le relative sanzioni». A darne notizia è lo stesso dg Bonavina che fin da subito, quando all’epoca deflagrò il «caso assenteismo all’Usl 20» davanti a milioni di telespettatori, non aveva perso un solo attimo dichiarando: «Acquisirò i filmati. Altro che assenteismo: a quanto mi raccontate si tratta di delinquenza vera e propria. Mi sento responsabile e vedrò di intervenire».
Detto, fatto: «Innanzitutto, metto in chiaro fin da subito che non intendo entrare nel merito dell’inchiesta condotta dalla procura. Ciò che a noi competeva – chiarisce adesso la dottoressa Bonavina – era l’espletamento del procedimento disciplinare. Io stessa, del resto, ho compiuto una serie di approfondite verifiche, andando a controllare i cartellini. Senza contare che, a precisa domanda, ci sono state da parte dei dipendenti coinvolti anche ammissioni di responsabilità».
Di qui, dunque, la «punizione»- o, più correttamente, la «sanzione» – dello «stop» per alcuni giorni (dai 13 ai 17, a seconda dei casi) dello stipendio. «Condanne» che, tra l’altro, sono già state «scontate» dagli interessati. Tutti e otto, in ogni caso, «risultano ancora regolarmente al lavoro nelle stesse mansioni di prima: perché è vero che hanno commesso uno scivolone che non va in alcun modo giustificato e infatti è già stato punito, ma è altrettanto vero – precisa il dg Bonavina – che si tratta di persone serie, preparate e che svolgono al meglio i rispettivi compiti». Nel 2012, a non essere proprio andata giù al dg «fu la cattiva pubblicità ai danni dell’Usl 20, perché la sottoscritta si sente un rappresentante della pubblica amministrazione e dunque s’impegna per tutelarla agli occhi dell’opinione pubblica: abbiamo bisogno che la gente si fidi di noi, questa è una priorità». Parola di dg.
Laura Tedesco – Corriere di Verona – 27 luglio 2014