Verona. Medici di famiglia, adesione massiccia allo sciopero nazionale. Meno astensioni negli ospedali. Le punte più alte al Fracastoro di San Bonifacio
Pochi disagi negli ospedali, ma quasi tutti chiusi gli ambulatori dei medici di famiglia. Nel complesso, la percentuale dei camici bianchi che hanno preso parte allo sciopero di ieri è la più alta degli ultimi anni, soprattutto se si contano i medici di medicina generale: secondo la Fimmg, principale sindacato del settore, otto dottori su dieci si sono astenuti dal lavoro.
Tra i dipendenti delle Usl e dell’azienda ospedaliera la percentuale più alta, per quanto riguarda le adesioni, si trova tra quanti lavorano negli ospedali, dove, con i «nuovi» turni imposti anni fa dall’Unione europea (ma entrati in vigore solo ora) in molti sono tornati a chiedere maggiori assunzioni. Tra Borgo Trento e il policlinico di Borgo Roma hanno scioperato in tutto 59 medici e tre tecnici di laboratorio (l’11,7% del totale del personale, escludendo quello amministrativo).
Al Confortini sono rimaste chiuse tre sale operatorie, per interventi di chirurgia vascolare, chirurgia plastica e ortopedia. Chiuso uno solo ambulatorio, quello di urologia.
Nell’Usl 20 aperti tutti gli ambulatori del distretto 1 (quello cittadino), due assenze nel 4 (est Veronese). Anche in questo caso è stato l’ospedale, il Fracastoro di San Bonifacio, a vedere il maggior di astensioni (39 medici, circa il 12%). Al Mater Salutis di Legnago lo sciopero ha riguardato 27 medici, l’11% del totale. Più bassa l’adesione nell’Usl 22 di Bussolengo: appena 12 medici su un totale di 350, tra ospedalieri e distrettuali.«Percentuali che vanno viste al rialzo – spiega Andrea Rossi, dell’Anaao, sindacato medico ospedaliero veronese – perché non tengono conto di quanti sono stati precettati. La nostra è stata una protesta contro il disinteresse che questo governo sta dimostrando nei confronti della sanità pubblica».
Il Corriere di Verona – 17 dicembre 2015