La sanità padovana cambia volto. Nel giro di una decina di giorni, nei posti dirigenziali di Azienda Ospedale Università e Usl 6 siederanno nuovi manager. La partita rientra nel domino delle nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie di tutto il Veneto che il presidente della Regione Luca Zaia potrebbe ufficializzare già lunedì a margine della seduta di Giunta. L’obiettivo confermato dallo stesso governatore è di rendere operative le funzioni dall’1 marzo dopo la proroga di due mesi stabilita a fine anno per consentire agli uscenti di avviare la campagna vaccinale evitando strappi temporali in un momento tanto delicato. Ma ora i tempi sono maturi.
IL CUORE DELLA SANITÀ La prima certezza è il cambio al vertice tanto in Azienda quanto all’Usl 6 per sopraggiunti limiti di età. La seconda, che Domenico Scibetta andrà a ricoprire il ruolo di direttore sanitario della casa di cura Villa Berica a Vicenza: l’accordo è già stato preso, ma si attende che il manager dell’Usl 6 sia formalmente libero da vincoli per sottoscrivere il contratto.
Avviato a vita meno stressante invece Daniele Donato, storico volto della sanità padovana nonché braccio armato della gestione dell’epidemia in via Giustiniani. Già direttore sanitario dell’Azienda, negli ultimi due mesi Donato aveva assunto in corsa la carica di direttore generale ad interim, andando a coprire il ruolo di Luciano Flor, divenuto a sua volta segretario generale della sanità.
Al suo posto, appare ormai scontato, dovrebbe arri- Patrizia Siomionato verso la riconferma alla guida di Azienda Zero vare da Venezia Giuseppe Dal Ben, nell’ambito di una scelta fatta di concerto con il rettore del Bo.
IL TRIDENTE Assieme a Francesco Benazzi dg a Treviso e a Giovanni Pavesi a Vicenza, Dal Ben rientra nel pacchetto di “certezze” della sanità veneta: persona con ampia esperienza in aziende importanti che nel corso degli anni hanno dato prova di competenza. In particolare Dal Ben si sarebbe distinto per la capacità di rimettere in carreggiata l’ospedale dell’Angelo di Mestre, costruito a suo tempo sulle fondamenta dissestate di un oneroso project financing, rivelando anche una certa autonomia in sede decisionale. In questo scenario, sembra tuttavia che la partita del nuovo Polo della salute verrà gestita direttamente da Venezia, agganciata al segretario Flor che in città, a suo tempo, ne è stato principale motore. In questo senso, si vocifera che il numero uno della sanità veneta stia costruendo attorno a sé una squadra molto forte – su tutti Claudio Pilerci, Mauro Bonin e Francesca Russo – a scapito della centralità di Azienda Zero.
In bilico lo Iov dove, malgrado le carte in regola dal punto di vista anagrafico, il feeling del dg Giorgio Roberti con la Regione sembra essersi appannato nella gestione della rete oncologica a due teste, ovvero Padova e Castelfranco.
DONNE IN POLE Ma proprio dallo Iov potrebbe arrivare la novità più interessante con la partenza del direttore sanitario Giuseppina Bonavina alla volta dell’Usl 6, al posto di Scibetta. Ex direttore generale a Verona e allo scadere del suo mandato come direttore sanitario dello Iov, è tra i nomi indicati a guidare l’Euganea, stimata come professionista ma anche per la capacità di adattarsi agli incarichi e desiderosa di continuare a lavorare a Padova. Qualora non dovesse essere a sua volta promossa, troverebbe Patrizia Benini, direttore sanitario, nota per le sue grandi capacità tecniche: un tandem rosa deciso molto suggestivo. Su questo fronte, infine, sembra lanciata verso una riconferma Patrizia Simionato in Azienda Zero. A questo punto, con un ricambio generazionale significativo dal punto di vista percentuale tra i 13 manager, si tratta di creare la tempesta perfetta pur dovendo recuperare un ritardo di due mesi che ha cambiato significativamente gli scenari togliendo dal mercato sanitario alcune figure di spicco a livello nazionale: nel mirino delle nomine, a suo tempo, infatti, era entrato Giovanni La Valle, al lavoro anch’egli su un nuovo ospedale con due poli a Torino dove in autunno era commissario. Nel frattempo è diventato direttore generale della Città della salute e della scienza. Epilogo molto simile per Massimo Annichiarico divenuto a gennaio dg della sanità del Lazio. Non è escluso tuttavia che il governatore rinunci all’idea di pescare tra qualche curriculum di altissimo profilo al di fuori dal Veneto. Appannate dalle condizioni di ingaggio invece le quotazioni di Adriano Marcolongo, in forza anch’egli a un’Azienda universitaria a Roma – Sant’Andrea – molto stimato nell’ambiente, alla vigilia dei 65 anni.
Si tratta di top manager con incarichi stellari che sembrano appartenere a una galassia lontana, ma la loro capacità di gestione e reazione rispetto alla necessità incide sulla vita di tutti. E, come ha insegnato il Covid, fa la differenza.
Il Mattino di Padova