Carenze nella definizione di compiti, obiettivi e responsabilità del personale della Struttura regionale competente in Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare. Competenze ripartite in maniera non chiara, con un’articolazione organizzativa regionale incompleta e non coerente. Inadeguatezza numerica del personale della Struttura regionale, con una rilevante perdita negli ultimi anni (da oltre 20 unità del 2010 alle 12 attuali, di cui alcune a tempo parziale). E ancora, una penalizzazione nei Dipartimenti di prevenzione delle Usl del numero di strutture complesse previste per le quattro articolazioni organizzative dell’area di Sanità veterinaria e sicurezza alimentare (i tre servizi veterinari e il Sian), in difformità a quanto stabilite dall’articolo 7 quater del DLgs 502/92. Sono solo alcune delle criticità sollevate nel report definitivo dell’audit di sistema sul servizio sanitario della Regione Veneto per la parte relativa alla prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, effettuato il 12 e 13 novembre 2015, e pubblicato ora sul sito del ministero della Salute.
L’audit di sistema è stato finalizzato a descrivere e valutare criteri operativi previsti dal Regolamento 882/04, concernente l’organizzazione del controllo ufficiale in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, nonché il grado di utilizzo degli strumenti di governo del sistema sanitario previsti dalle norme quadro di riferimento. Il report evidenzia come alcune delle azioni migliorative intraprese dalla Regione a seguito dell’audit di sistema del 2010, hanno reso possibile la risoluzione di talune problematiche organizzative. Ma come altre criticità rilevate non abbiano trovato risoluzione e siano state riconfermate.
LE CRITICITÀ
LA STRUTTURA REGIONALE – In particolare a livello della struttura regionale il report evidenzia “l’attribuzione non chiara e una declaratoria delle attribuzioni delle competenze alle articolazioni organizzative dirigenziali, incompleta e non coerente con le attività effettivamente gestite”. Quanto alla carenza di risorse umane, si legge, “la perdita di personale determinatasi negli ultimi anni ha determinato necessariamente una ripartizione delle competenze sul restante personale della struttura regionale competente in Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare con un sovraccarico di compiti attribuiti a ciascuna unità di personale. Ciò ha determinato un inevitabile indebolimento della funzione di indirizzo e coordinamento necessaria per la gestione della numerosa e complessa gamma di attività di competenza, costringendo di fatto a scelte di priorità o di emergenza”.
Il report sottolinea peraltro che “la stabilità operativa dell’Autorità competente regionale è stata di fatto sostanzialmente garantita dalla disponibilità del personale regionale dedicato alla Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare a farsi carico di linee di attività attribuite con incertezza dagli atti organizzativi, sopperendo fino ad ora alle riorganizzazioni con le suddette problematiche, che si sono susseguite con elevata frequenza”.
L’INCOGNITA DELLA RIFORMA – Nel corso dell’audit è emerso che è in fase avanzata di discussione un progetto di legge regionale che prevede il passaggio delle funzioni e delle risorse umane e strumentali della “area sanità e sociale” dell’assessorato ad una nuova Azienda sanitaria(“Azienda zero”) alla quale verrebbero attribuiti compiti e funzioni di natura trasversale per le altre nuove Usl in via di accorpamento. “Tale passaggio di compiti e risorse comporterebbe, se confermato, la necessità di valutare il rischio di esclusione da talune attribuzioni e funzioni tipiche dell’ente regionale e la coerenza di tale assetto con il ruolo di autorità competente regionale in Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare attribuita dal DLgs 193/2007”.
I DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE – Per quanto riguarda l’organizzazione deiDipartimenti di prevenzione delle Usl, il report ricorda che la Regione, con Dgr 2271 del 10 dicembre 2013, concernente le linee guida per la predisposizione degli atti aziendali, ha fornito indicazioni in proposito stabilendo che per i servizi veterinari si possono prevedere fino a tre strutture complesse, in conformità all’art. 7 quater del DLgs 502/92. Ma nell’Allegato A1 alla delibera viene prevista una assegnazione vincolante di un determinato numero di strutture complesse per ciascuna Asl. “Tale assegnazione dà evidenza però di una penalizzazione del numero di strutture complesse previste per le quattro articolazioni organizzative dell’area di SPVeSA stabilite dall’art. 7 quater del DLgs 502/92 – si legge nel report -. Inoltre non sono esplicitate le motivazione ed i criteri in base ai quali la penalizzazione è maggiore a carico dell’area di SPVeSA rispetto a quella delle restanti strutture dipartimentali riguardanti il “Servizio di Igiene e sanità Pubblica” e il “Servizio di prevenzione, Igiene e Sicurezza degli ambienti di lavoro”, tutte definite complesse”.
Pertanto, ribadiscono gli auditor, “alla luce delle evidenze sopra esposte l’atto mostra aspetti di contraddittorietà, nonché di scelte le cui motivazioni non sono esplicitate nel documento, ed inoltre la Dgr 2271 non risulta adeguata all’articolo 7 quater del DLgs 502/92 rinnovellato a seguito della emanazione della Legge 189/2012 (lett b-bis) del comma 1, art. 4, DL 158/2012) e della Legge 190/2014 (art.1, comma 582)”.
LE RACCOMANDAZIONI
Nel report viene raccomandato quindi alla Regione Veneto di:
*assicurare una chiara attribuzione delle responsabilità e delle competenze dell’Autorità Competente regionale come previsto dall’articolo 4 (1) del Reg. 882/2004;
*assicurare risorse umane adeguate per numero e qualificazione alle articolazioni organizzative regionali competenti in SPVeSA, per garantire la capacità di svolgere in modo efficiente ed efficace le funzioni proprie di autorità competente regionale, ai sensi dell’art. 4 (2) lett.c) del Reg. 882/04 e del DLgs 193/2007;
*assicurare che l’organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende Usl sia conforme all’articolo 7 quater del DLgs 502/92, come modificato in ultimo dalla Legge 190/2014 (art.1, comma 582)
Per parte sua la Regione, nel rispondere ai rilievi ministeriali, ha affermato: “In ordine alle osservazioni in materia di personale e di organizzazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Usl – così come formulate in sede di audit – le stesse paiono ascrivibili più all’ambito della rivendicazione professionale/sindacale che in quello dell’esame sistematico e indipendente delle attività effettivamente realizzate dalla struttura regionale. Si auspica, pertanto, nelle prossime occasioni di incontro, tale ottica possa trovare una opportuna valorizzazione”. Secca la risposta degli auditor: “La Regione prescinde dal merito delle evidenze riscontrate in audit rispetto ai criteri dell’audit (riportati nella Raccomandazione). Inoltre nel corso della Riunione finale dell’audit il giudizio della Direzione non è stato rappresentato, impedendo l’esame di eventuali divergenze di opinione”.
A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 16 marzo 2016