Il centro islamico di Vicenza invita i fedeli alla legalità. La soluzione dopo lo scontro tra musulmani e animalisti di giovedì in un allevamento della zona di Arzignano
«La comunità di Arzignano, per celebrare il rito del Sacrificio, faccia come noi». È il consiglio che dà ai fedeli del Corano della vallata il centro islamico vicentino di via Vecchia Ferriera, che ha organizzato un acquisto di gruppo di 120 agnelli sacrificali, attraverso servizi autorizzati, per festeggiare la festa di Abramo celebrata 70 giorni dopo la fine del Ramadan. L´indicazione arriva dopo i fatti di venerdì accaduti all´allevamento Cazzola di Tezze, dove le guardie zoofile e i volontari animalisti avevano bloccato la vendita degli agnelli ai cittadini musulmani, durante la notte, dopo aver accusato fedeli e allevatori di maltrattamenti nei confronti delle bestie. Una vicenda definita «indecente e illegale» dal portavoce del Coordinamento protezionista veneto, Renzo Rizzi. «Animali incaprettati e gettati nei bauli delle auto. È questione di rispetto delle leggi. Qui non c´entra la religione o la provenienza delle persone» aveva criticato prima che tutti gli animali acquistati venissero caricati in un carro bestiame e trasportati per la macellazione in un centro autorizzato del Veronese, dopo l´intervento dell´Ulss 5 e delle forze dell´ordine.
E proprio al rispetto della normativa italiana, salvaguardando i riti della religione musulmana, che si appella il presidente del centro culturale islamico, Riad Krika. «Abbiamo regolarmente acquistato gli animali in una fattoria che ci ha fornito un servizio completo: dalla vendita alla macellazione in un centro vicentino autorizzato al rito “Halal” eseguito da personale musulmano. Gli animali ci sono stati poi consegnati con un camion frigo». L´Imam del centro islamico di Vicenza ha incoraggiato i fedeli ad aderire a questo servizio. «Nascondere l´agnello di notte nel bagagliaio, per portarselo a casa per il rito, è illegale. Non è concesso neppure agli italiani» spiega Krika.
«L´argomento rientra in una problematica più generale che in Italia riguarda i riti islamici, anche quelli quotidiani alimentari e di preghiera – spiega Yahya Abd-Al-Ahad Zanolo, vicentino convertito all´islam, che gestisce la sede Coreis di Vicenza -. Ai musulmani spetta la sensibilità di valutare il loro operato sulla base del contesto italiano in cui vivono. Alle istituzioni, invece, spetta il ruolo di conoscere e gestire gli aspetti fondamentali praticati e vissuti dagli islamici. È fondamentale per regolamentare un dialogo costruttivo».
Il Giornale di Vicenza – 29 ottobre 2012