Sono 165 – tra residenze di lusso, piscine, campi da tennis – gli immobili sequestati dalla guardia di finanza di Bari nel corso del maxi blitz anti evasione. I proprietari avevano indicato le dimore di campagna e le case vacanza come vecchi casolari abbandonati o semplici depositi per gli attrezzi agricoli
Sulla carta erano vecchi casolari abbandonati, depositi per attrezzi agricoli, stalle, vasche per l’irrigazione, battuti di terreno per stendere i teloni per la raccolta di ulivi. In realtà erano invece villoni di campagna, depandance per i figli, enormi sale gioco con piscine e campi da calcio e di tennis. Il tutto per evadere Imu e tutte le altre imposte. La Guardia di Finanza di Bari ha denunciato 2.800 persone e sequestrato 165 immobili (comprese di piscine, box, scuderie, impianti sportivi) a Bari e provincia nella prima grande operazione contro i furbetti dell’Imu. Nel mirino degli investigatori sono finite quelle costruzioni con caratteristiche di pregio adibite ad abitazioni estive e di villeggiatura.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata, in particolare, sugli immobili rientranti nelle categorie catastali A/6 (abitazioni di tipo rurale) e C/2 (magazzini e locali deposito) che insistono nelle province di Bari e Bat ma di fatto trasformati in dimore per le vacanze dove non mancavano in molti casi pertinenze di pregio come piscine, impianti sportivi. Queste trasformazioni, così come emerso dall’incrocio dei dati che risultavano nel catasto dei fabbricati e nelle banche dati del Corpo, non erano in regola con la normativa urbanistica e fiscale.
C’era anche chi per nascondere la ristrutturazione di una vecchia stalla, trasformata in elegante villa, si è inventato uno scenario da fotografia. Ci ha provato ad esempio un avvocato di Giovinazzo che, convocato dalle fiamme gialle per esibire documentazione sulla seconda casa, ha prima presentato un’istanza di condono non prevista in quel periodo e poi ha orchestrato una fantasiosa messa in scena. Arrivati sul posto i militari hanno varcato la soglia della sua villa, dotata di doppi infissi, e si sono trovati in un elegante salone con caminetto e tv ma anche col pavimento ricoperto di paglia sulla quale pascolavano tranquillamente due caprette.
L’attività è stata rivolta in due direzioni: una penale relativa all’abusivismo edilizio e l’altra amministrativa/tributaria tesa al recupero fiscale dei tributi evasi in materia di imposte sui redditi Ici, Imu e Tarsu. Sotto l’aspetto penale è stato riscontrato, anche sulla scorta della documentazione spesso improvvisata esibita dai proprietari, la mancanza di ogni autorizzazione o titolo edificatorio, anche in zone sottoposte a vincolo paesaggistico.
Relativamente agli aspetti fiscali, invece, sono stati predisposti e inviati mirati questionari le cui risposte hanno permesso di individuare 2.874 persone che non versavano per gli immobili alcuna imposta oppure la versavano ma in misura inferiore a quella dovuta.
(23 aprile 2013) – Repubblica