Monica Zicchiero. Detto (dal governatore Luca Zaia) e subito fatto (dal presidente del Consiglio Regionale Ciambetti, dai vice Bruno Pigozzo del Pd e Massimo Giorgetti di Forza Italia e dal consigliere Antonio Guadagnini, Siamo Veneto): la Regione reintroduce il taglio ai vitalizi agli ex consiglieri.
La proposta di legge bipartisan di iniziativa dei consiglieri è stata presentata ieri, neanche ventiquatt’ore dopo che il presidente Zaia aveva dato la sua indicazione in proposito, anticipata al «Corriere del Veneto»: «Ripresentiamo subito il progetto di legge per il contributo di solidarietà prelevato dai vitalizi – aveva annunciato – È illegale farlo? Saranno i giudici a prendersi la responsabilità di dirlo». La proposta di legge protocollata ieri ripropone la legge del 2014 che aveva il contributo di solidarietà come misura di contenimento della spesa pubblica con prelievi progressivi che vanno dal 5% per gli assegni sopra il 2.000 euro e fino al 15% per quelli che superano i 6.000, nel complesso una limatura che va da poche decine a 600 euro l’anno.
Il prelievo era entrato in vigore nel 2015 ed è scaduto lo scorso 31 dicembre, l’avvocatura regionale aveva suggerito di sospendere la reiterazione proprio per sottolineare la temporaneità del provvedimento e mettere al riparo dai numerosi ricorsi che una sessantina di ex consiglieri, sui 245 che ricevono l’assegno, hanno presentato per difendere il principio e il diritto acquisito. Il taglio, quindi, riprende la via dell’aula perché, spiega la relazione introduttiva, «permangono le esigenze di contenimento della spesa, atteso che gli effetti stabili si produrranno tra alcuni anni». Stavolta ci sarà una novità, annunciata ieri proprio dal governatore Zaia: «Chiederò al mio vicepresidente, l’assessore al Bilancio Gianluca Forcolin, di creare una voce apposita per destinare le somme risparmiate al sociale o ai giovani».
Nell’ultimo triennio, il contributo di solidarietà sui vitalizi ha portato un risparmio di due milioni e 400mila euro e consentirà di accantonare una cifra simile da qui al 2020, quando scadrà di nuovo. E quando si andrà a nuove elezioni per eleggere il governatore e l’assemblea. Ma allora i veterani non eletti non avranno un vitalizio bensì un assegno di tipo pensionistico basato su un sistema di tipo contributivo.
Il Corriere del Veneto – 11 gennaio 2018