Si è presentata lunedì al pronto soccorso con febbre alta e mal di testa. Gli esami del sangue e del liquor – secondo precisi protocolli regionali – hanno permesso di arrivare con tempestività alla diagnosi: West Nile, il virus portato da alcune specie di uccelli e trasmesso all’uomo dalle punture della zanzara tigre.
Quello riscontrato lunedì a Cona su una donna ferrarese di 42 anni è il primo caso registrato quest’anno in Emilia Romagna di “febbre del Nilo”: in precedenza ce n’era stato uno a Rovigo (il primo in Italia) e un terzo, più recente, si è verificato a Modena, nessuno dei quali grave.
Le condizioni della paziente ferrarese infatti, ricoverata nel reparto di Malattie Infettive di Cona, per fortuna non sono preoccupanti e sarà dimessa nei prossimi giorni.
Era dal 2009 che non venivano riscontrate infezioni in Emilia Romagna anche se non è improbabile che la West Nile possa anche non essere diagnosticata, considerato che solo nel 10 per cento dei casi i sintomi (soprattutto febbre alta e forte emicrania) si manifestano in modo grave. Da specificare inoltre che non è stato necessario effettuare profilassi, perché la malattia da West Nile, pur essendo infettiva, non è contagiosa.
È dal 2008 che la nostra regione deve fare i conti con questo tipo di infezione veicolata da una specie di zanzara, la tigre, che negli ultimi anni ha registrato un notevole incremento. In passato in Emilia Romagna erano stati registrati tre casi nel 2008 e nove nel 2009. Da allora, oltre a non essersi manifestato più alcun caso nell’uomo, nel 2011 e nel 2012 non erano emersi segnali di circolazione del virus. Non così nel vicino Veneto, dove anche le ultime estati non sono trascorse immuni dalla comparsa del virus sull’uomo. Quest’anno le abbondanti piogge di primavera ne hanno ritardato l’arrivo, ma in ogni caso è attivo un sistema di sorveglianza e controllo della malattia previsto dal Piano regionale dell’Emilia Romagna che dalla fine di luglio ha rilevato la circolazione del virus.
La Nuova Ferrara – 17 agosto 2013