Le lettere con i contratti allegati stanno arrivando agli allevatori italiani. Dal gruppo Lactalis, ma non solo. Si parte dal prezzo dell’Osservatorio europeo del latte (poco più di 29 centesimi al litro) con un aggiunta di circa 4 centesimi come premio per l’italianità. In soldoni meno di 34 centesimi. L’ultimo accordo siglato, dopo mesi di battaglie, era stato raggiunto a 37 centesimi, 36 da Lactalis, uno dai 25 milioni di aiuti Ue. L’indice che avrebbe dovuto allentare le tensioni invece non è mai andato in porto. L’unico driver resta il mercato che continua a essere depresso.
«All’emergenza prezzi – denuncia Giorgio Apostoli della Coldiretti – si aggiunge un altro problema, molte partite, soprattutto al Nord, non riescono a trovare acquirenti. Un vero dramma per gli allevatori. Siamo riusciti a riempire il polverizzatore del Piemonte. Ma non basta». E si segnalano anche situazioni da bollino rosso con 21 centesimi pagati nel distretto del Grana padano. Granarolo, come per il precedente contratto, è pronto a offrire qualcosa in più. Il presidente del gruppo e coordinatore del settore lattiero caseario dell’Alleanza delle cooperative, Gianpiero Calzolari, afferma che Granarolo utilizzerà i profitti realizzati nel complesso dell’attività grazie alla diversificazione produttiva per dare più soldi agli allevatori. Calzolari denuncia comunque i rischi per l’intera filiera e chiede interventi «per poter assorbire ancor più latte di quello previsto, per questo, in una lettera, abbiamo informato il commissario Phil Hogan della necessità di attuare ulteriori misure straordinarie e urgenti, a partire dall’attivazione dei ritiri delle produzioni non collocate sul mercato, da finanziare con il fondo anti crisi previsto dall’Ocm unica».
Assolatte spiega che il problema è la super produzione. I dati Agea indicano un incremento del 2% , ma in realtà – sottolinea l’Associazione degli industriali- gli aumenti sono decisamente superiori, dal 7 al 9%, e se si tiene conto del calo dei consumi il quadro che emerge è assai complesso. Alcune industrie stanno selezionando le aziende e così i volumi restano costanti, ma spalmati su un numero ridotto di produttori. In programma, dopo il tavolo sul latte convocato mercoledì scorso in Lombardia dall’assessore Gianni Fava, ci sono altri incontri. Si sta valutando anche la riduzione produttiva, ma in questa fase non è facile, molte aziende – dice Assolatte- hanno infatti aumentato anche del 20% la produzione per garantirsi una maggiore competitività. Il contenimento produttivo è stato proposto dalla Francia, ma gli stessi allevatori francesi chiedono che sia frutto di una decisione europea. Intanto il ministero delle Politiche agricole ha completato il quadro di interventi nazionali. Dalla leva fiscale e dal fondo latte arriveranno circa 3 centesimi al litro. E si attendono gli effetti delle operazioni sul fronte del credito, dalla moratoria dei debiti alle intese con i principali gruppi bancari per linee agevolate. Inoltre il Mipaaf è pronto a effettuare controlli per il mancato rispetto delle regole contrattuali.
Annamaria Capparelli Il Sole 24 Ore – 26 marzo 2016