Dai 6 ai 7 miliardi. È quanto dovrebbe arrivare nel 2015 dal piano di razionalizzazione delle spese per gli immobili pubblici, dal nuovo giro di vite sugli acquisti di beni e servizi nella Pa. E dall’antipasto dell’adozione a tappeto dei fabbisogni standard nei Comuni, che produrrà i risultati più significativi nel 2016. Interventi che, insieme a quello sulle partecipate, costituiscono fulcro del piano Cottarelli da 13-14 miliardi per il prossimo anno e che si andranno ad aggiungere ai tagli per oltre 3 miliardi in via strutturale (e quindi permanenti) scattati con il decreto Irpef, per una riduzione di spesa totale di 16-17 miliardi nel 2015, come indicato dall’ultimo Def. Circa metà della “fase 2” della spending, che rappresenterà il pilastro portante della prossima legge di stabilità, sarebbe dunque già stata individuata, seppure per grandi linee.
Anche se il commissario straordinario Carlo Cottarelli tirerà le somme del suo piano di lavoro, dal quale scaturiranno le nuovo proposte di tagli da sottoporre al Governo, soltanto tra il 10 e il 20 settembre. Proprio tra il 10 e il 20 settembre, infatti, verrà chiuso il dossier curato in tandem con l’Agenzia del Demanio sui costi sostenuti dalle amministrazioni pubbliche per l’uso di immobili pubblici e per le locazioni per gli uffici. E questa è anche la scadenza per la stesura del rapporto definitivo sulle sedi regionali necessario per definire il programma di riorganizzazione delle strutture. Nel dossier che scaturirà dal tavolo guidato dall’Agenzia del Demanio dovrebbero essere indicate le fonti di spreco, le locazioni surpeflue e le proposte per contenere i costi per il riscaldamento, le pulizie e altri tipi di servizio. Con l’operazione immobili potrebbero essere recuperati nel 2015 fino a 1,5-2 miliardi considerando anche la potatura delle strutture regionali in eccesso.
Altri 3-4,5 miliardi dovrebbero arrivare alzando l’asticella della spesa per acquisti di beni e servizi presidiata dalla Consip (come anticipato dal Sole-24 Ore il 20 luglio). Facendo leva sul sistema semplificato di 35 centrali di acquisto attivato dal decreto Irpef, potrebbe essere aggredita un fetta di 10-15 miliardi dei 40-45 miliardi non ancora presidiati da Consip, che sui quasi 40 miliardi già di sua competenza realizza risparmi medi di circa il 20 per cento. Un’operazione che potrebbe investire anche il settore sanitario per il quale scatterebbero nuove mirate riduzioni di spesa sulle convenzioni Ssn ma senza stravolgere il Patto per la salute. Quasi certa la ricaduta sul comparto sicurezza, con il ricorso al sistema delle centrali uniche di acquisto per velivoli e forse anche vestiario delle forze di polizia.
Un’altra voce monitorata con attenzione da Cottarelli è quella dei costi e fabbisogni standard nei Comuni. Con la prossima “stabilità” scatterà l’operazione per estendere il raggio d’azione di questo meccanismo. Il Governo è tentato di agganciare questa misura al superamento del patto di stabilità interno facendo leva su una sperimentazione annuale. L’adozione a tappeto dei fabbisogni standard darà tutti i suoi frutti non prima del 2016 anche se già nel 2015 potrebbe essere recuperati almeno 500 milioni.
Sempre entro il 20 settembre arriveranno i risultati dal tavolo sul processo di digitalizzazione della Pa dal quale potrebbe arrivare subito un altro miliardo. E non meno di 1 miliardo nel 2015 dovrebbe garantire il disboscamento delle partecipate con un’operazione in due tappe (decreto sblocca-Italia e “stabilità”). Ci sono poi in cantiere diversi interventi mirati, come quello sull’illuminazione pubblica, che potrebbero consentire di recuperare dai 300 ai 700 milioni. Complessivamente sarebbero stati già individuati possibili interventi per 9-10 miliardi, tenendo conto anche dell’eventuale razionalizzazione degli incentivi alle imprese. Ne mancherebbero all’appello altri 4-5. E sarà questo il principale nodo da sciogliere a settembre, dopo che il premier Matteo Renzi e il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio hanno escluso nuovi interventi su pensioni e statali. Con il decreto sblocca-Italia le misure sulle concessioni. Poi, nella stabilità, la riduzione
Il Sole 24 Ore – 23 agosto 2014