L’assessore all’agricoltura e alla tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato chiederà formalmente ai ministeri della Sanità e delle Politiche agricole maggiori e migliori specifiche che facciano definitivamente chiarezza sulla questione della presenza di aflatossine nel mais. In proposito, in Veneto è infatti pervenuto all’attenzione del “Tavolo Verde” uno studio che prende in considerazione possibili soluzioni alternative a quella attualmente adottata. Le regioni più colpite, anche su pressione delle rappresentanze agricole stanno dunque pensando di chiedere al Ministero della Salute di attivarsi per ottenere l’innalzamento dei valori massimi consentiti. La richiesta è di elevare i livelli di tolleranza nell’utilizzo animale con esclusione delle vacche da latte per le quali i parametri rimarrebbero invariati.
Il direttore dell’Unità di progetto veterinaria regionale, Giorgio Cester, ha dichiarato ad Agrisole: «A fronte di uno scenario piuttosto preoccupante abbiamo previsto 1000 controlli aggiuntivi in stalle, mangimifici e lungo tutta la filiera del latte e del mais e non è escluso che anche la nostra Regione si unisca alla richiesta già avanzata dall’Emilia Romagna ai ministeri delle politiche agricole e della salute di attivarsi con l’Efsa per innalzare la soglia minima delle aflatossine».
Per parte sua Manzato afferma «Ritengo opportuno chiedere ai ministeri e agli apparati statali competenti di prendere posizione netta su questa spinosa questione. La situazione richiede un intervento urgente con due obiettivi strettamente connessi: tutelare la salute del consumatore e non penalizzare l’economia di un comparto che quest’anno ha subito fin troppi effetti negativi. Serve chiarezza su una partita che riguarda anche altre Regioni, con li quali manteniamo un contatto costante e collaborativo per dare risposte al problema»
Presa di posizione anche di Cristiano Corazzari della Lega Nord che sta preparando una mozione specifica per la Giunta. «La questione della presenza di aflatossine nel mais rappresenta un grave problema per i nostri agricoltori – ha detto Corazzari -. Occorre sia data una soluzione definitiva che permetta agli agricoltori di poter vendere il proprio prodotto a prezzi di mercato e che, soprattutto, vada nella direzione o di valutare la possibilità di una deroga ai limiti imposti sulle aflatossine (qualora sia dimostrato che non è danneggiata la salute del consumatore), o di prevedere forme specifiche di indennizzo. Pertanto l’iniziativa presa dall’assessore Manzato è quanto mai opportuna, in quanto occorre perseguire ogni strada per far fronte allo stato di crisi che affrontano oggi numerose aziende agricole, in particolare del Polesine».
«Le parate quotidiane della politica che può decidere, ovvero quella di governo della regione – dichiara il consigliere Stefano Valdegamberi dell’Udc – rischiano di diventare una beffa per gli agricoltori che, per le particolari condizioni climatiche della scorsa estate, vedono preclusa la possibilità di vendere i loro prodotti. La mia proposta – osserva – è di procedere con il recupero, vagliando la quota parte di prodotto che rispetta i parametri, circa il 70 percento del totale. La differente parte venga risarcita. La presenza di tossine non è certo una responsabilità degli agricoltori! I fondi? Ci sono, anzi abbondano. In questi giorni – conclude Valdegamberi – si leggono delibere che elargiscono i soldi dell’agricoltura, per centinaia di migliaia di euro, alle associazioni varie, tra le quali quelle dei consumatori. Se i soldi ci sono per le associazioni, non mi si dica che mancano per chi produce e subisce involontariamente un danno?”.
a cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 19 dicembre 2012 – riproduzione riservata