Il 2017 si conferma un anno record per il turismo veneto, con quasi 70 milioni di presenze (+4%) e oltre 18 milioni di arrivi (+5%). E in questo trend di grande crescita gli agriturismi hanno giocato un ruolo di primo piano nell’accoglienza, se è vero che nell’ultimo decennio le presenze sono aumentate del 131,8%, con un’impennata di stranieri che hanno segnato un + 210%.
Sono i primi dati (non ancora ufficiali) della Regione Veneto sull’annata che si è da poco conclusa, presentati ieri a Mestre al convegno “Il turismo veneto incontra l’agriturismo”, promosso da Agriturist e Confagricoltura Veneto. I dati, illustrati da Carla Pesce, dell’unità organizzativa del sistema statistico della Regione, confermano il Veneto come prima regione turistica italiana e quarta in Europa grazie a un patrimonio artistico e naturalistico che vede come prima attrazione le città d’arte (53,4%), seguite dal mare (21,7%), dal lago di Garda (14,7%), dalla montagna (11,7%) e dalle terme (4,2%). I clienti più affezionati restano gli italiani, seguiti da tedeschi, austriaci, olandesi, francesi, svizzeri, belgi, inglesi e americani. Accanto ai mercati tradizionali se ne affacciano però di nuovi, in primis la Cina, che sta dimostrando grande interesse soprattutto per le città d’arte venete.
“Negli ultimi 20 anni il turismo è cresciuto esponenzialmente e, di qui al 2030, crescerà ancora molto – ha sottolineato Stefano Marchioro, del settore progetti territoriali e governance del turismo della Regione -, ma per intercettarlo dobbiamo diventare più competitivi, perché altri Paesi stanno affilando le armi. Noi siamo in una fase di stallo per quanto riguarda le infrastrutture, le risorse umane e giovani, la formazione, l’accoglienza. Abbiamo inoltre un difetto di frammentazione, perché non sappiamo ragionare in termini di integrazione dell’offerta. Il 90 per cento del turismo è concentrato in 50 località su quasi 600. Oggi il turista è sempre più poliedrico: cerca il mare, ma anche la città d’arte e la mostra. Occorre quindi integrare le macrodestinazioni a borghi, aree rurali, parchi, percorsi e cammini. Gran Bretagna e Germania oggi incalzano l’Italia grazie alla capacità di gestire e organizzare le destinazioni turistiche. Nel Veneto si tende ancora a fare ognuno per sé”.
Francesca Calderoli, degli Iat del Veneto, ha chiarito come il turista cerchi sempre di più un prodotto integrato, dove le sue aspettative di vacanza vengano soddisfatte: “Non funzionano più il prodotto standardizzato o il vecchio elenco di alberghi. Bisogna intercettare i bisogni e personalizzare l’accoglienza, diventando quasi dei consiglieri di viaggio. I nostri turisti hanno bisogno di esperienze coinvolgenti e trasformanti, di entrare nello spirito del luogo. Chiedono risposte veloci e servizi di booking, card, strumenti per visitare il territorio. E noi dobbiamo essere bravi a darle”.
Gli agriturismi sono pronti a raccogliere la scommessa, ha detto Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, ma chiedono strumenti adeguati per poter operare con la massima serenità: “La nostra più grande difficoltà è sempre quella di interpretare le normative che si succedono – ha spiegato il presidente -. Siamo operatori agricoli che lavorano anche in ambito turistico, ma l’attuale legge regionale ha diviso turismo rurale e agriturismo come se fossero due entità diverse. Così non deve essere: abbiamo chiesto all’assessore Federico Caner che vengano riuniti, per poter operare in un contesto di regole chiare e univoche”.
E cambiamenti sotto il profilo organizzativo arriveranno già da quest’anno con il pacchetto di riordino, contenuto nella legge di stabilità 2017, che assegna alle Regioni tutte le competenze sugli agriturismi che prima erano in capo alle Province in base alla legge regionale 28 del 2012. “Sarà la Regione Veneto a occuparsi da quest’anno del riconoscimento e della verifica dei requisiti – ha rimarcato Renato Francescon, dirigente del settore agriturismo e turismo enogastronomico Regione Veneto -, così come della classificazione delle aziende agrituristiche e della loro valorizzazione e promozione. Sempre alla Regione toccherà svolgere l’attività di controllo sul rispetto dei requisiti e dell’esercizio degli agriturismi, con applicazione delle sanzioni in caso di inadempienze o violazioni”.
Da quest’anno, ha annunciato Francescon, partirà anche la classificazione degli agriturismi veneti con i girasoli, che corrispondono alle stelle degli hotel. Come avviene con gli alberghi, la classificazione delle aziende agrituristiche avrà lo scopo di dare al pubblico un’idea complessiva di massima del livello di comfort (comodità dell’accoglienza), della varietà di servizi (animazione dell’accoglienza) e della qualità del contesto ambientale (natura, paesaggio, tranquillità) che ciascuna azienda è in grado di offrire. Ogni azienda sarà caratterizzata da una classe, da 1 a 5, rappresentata da una apposita simbologia.
Secondo i dati aggiornati al 22 febbraio 2018, gli agriturismi attivi sono 1.453, di cui 410 a Verona, 328 a Treviso, 223 a Vicenza, 184 a Padova, 127 a Venezia, 127 a Belluno e 54 a Rovigo.
Comunicato Confagricoltura – 27 febbraio 2018