Scade oggi il bando con cui l’amministrazione comunale cerca un’associazione o un ente che ospiti i cani randagi e ne curi le possibili adozioni, ma le principali organizzazioni animaliste locali non possono partecipare e scoppia la polemica.
Tutto nasce dalla scadenza della convenzione che il Comune aveva con un canile del Padovano: occorre un nuovo “partner” e l’Apa, con la struttura di Sant’Anna, sembra quello più adeguato. Anche perché svolge già il servizio di canile sanitario per il distretto di Chioggia (quindi anche per Cavarzere e Cona) dell’Usl 3. In sostanza i randagi catturati passano per il canile sanitario, vengono curati e vaccinati e, quindi, rimangono a S. Anna, nella parte non sanitaria del rifugio, in attesa di adozione. Semplice e funzionale, in apparenza. In realtà no, perché l’Apa ha una convenzione con il Comune di Chioggia e per usufruire di quella struttura Cavarzere deve trovare un accordo economico con l’amministrazione clodiense. Accordo che, manco a dirlo, non c’è stato.
Dunque, nei giorni scorsi, esce il bando (che, di fatto, è solo per “privati”) e l’Apa critica questa scelta, attraverso una lettera aperta che la sua presidente, Sara Naccari, pubblica su Facebook. In sostanza, dice la Naccari, l’Apa potrebbe soddisfare al meglio tutti i requisiti che il bando prevede, non ne trarrebbe alcun vantaggio economico, dato che il rapporto sarebbe tra i due Comuni, ma se ne gioverebbero le bestiole che non dovrebbero subire ulteriori trasferimenti dal canile sanitario alla sede del futuro vincitore del bando.
Il punto critico, però, è il successivo invito all’Anta, associazione animalista di Cavarzere, a “prendere posizione” contro il bando. «Niente da fare», risponde il presidente Massimiliano De Luca, «noi lavoriamo, con Comune e Usl, soprattutto su gatti e colonie feline». «Non abbiamo una struttura per tenere i cani», smentisce De Luca, «e non abbiamo partecipato al bando. Quanto all’Apa, da oggi in poi, interrompiamo i rapporti».
La Nuova Venezia – 11 ottobre 2017