Il disegno di legge Gelli torna dal Senato alla Camera con innumerevoli modifiche e rimane impostato sull’obbligo assicurativo dei medici. Pur in assenza di un mercato assuntivo adeguato. Peraltro il grosso del rischio di med-mal si concentra sulle aziende sanitarie. Che sono talora senza assicurazione (in c.d. auto-assicurazione). Oppure vengono garantite da polizze che coprono quota non prevalente del rischio med-mal. Ma allora dov’è la “medicina (obbligatoriamente) assicurata”? L’attuale sistema della responsabilità professionale medica (medical malpractice, in breve, med-mal) si basa notoriamente sull’assicurazione obbligatoria, come le altre professioni. Orientamento che è stato mantenuto anche nel corrente disegno di legge Gelli, ora di ritorno (con varie modifiche) dal Senato alla Camera, dopo la sua prima approvazione. Ma il rischio med-mal si concentra prevalentemente sulle aziende sanitarie – come è logico – mentre i medici che esercitano la libera professione ne costituiscono una porzione ridotta.
Ciò risulta dalla loro minore incidenza (meno del 50%, secondo i dati ANIA) nella sinistrosità complessiva su questo rischio. Infatti, salvo limitati casi di specialità a rischio elevato o di particolari profili professionali individuali, normalmente i liberi professionisti trovano la copertura assicurativa, seppure a tariffe assai dispendiose.
Al contrario, le aziende sanitarie faticano a trasferire quota significativa del rischio med-mal alle assicurazioni. La non disponibilità di un mercato assicurativo a condizioni accessibili – oggi fatto di premi elevati e franchigie così alte da marginalizzare la copertura assicurativa – genera questa ben nota situazione. Finisce così che una porzione decisiva rimanga a carico dell’azienda sanitaria. Perciò, al di là dei proclami ufficiali e degli obblighi di legge, larga parte del rischio med-mal non è tecnicamente assicurato.
Queste brevi note intendono appunto evidenziare questo paradosso di consentire l’osservanza dell’obbligo assicurativo attraverso la non-assicurazione. Dopo l’altro paradosso – già affrontato in questa testata – dell’obbligo assicurativo senza mercato adeguato. Lo scopo è smontare il semplicistico alibi dei risarcimenti med-mal comunque garantiti, pur in assenza di coperture assicurative. Con le relative conseguenze di queste lacune. Nell’immediato, sulla responsabilità in capo alle aziende sanitarie. Nello sfondo, sull’efficienza del sistema sanitario…..
Leggi l’intervento completo di Alberto Tita, Of Counsel Studio Legale Lexellent, Milano. Su Quotidiano sanità
7 luglio 2016