Luca Bianchi, direttore generale di Svimez, è tra i più netti oppositori all’Autonomia targata Lega. Ha letto il dossier del Servizio Bilancio del Senato?
«Sì, prima che venisse trascinato al centro di queste singolari precisazioni e simil-smentite. Lo trovo assolutamente condivisibile, propone osservazioni rilevanti: non solo non possono essere cancellate, ma vanno portate all’attenzione del Parlamento che sta esaminando il disegno di legge Calderoli».
Una bocciatura che non stupisce.
«Perché i tecnici ragionano con dati alla mano, hanno la responsabilità di valutare cosa sarà della coesione del Paese, del funzionamento della pubblica amministrazione e dei servizi da erogare ai cittadini, dopo tale “spacchettamento” di materie».
L’Ufficio parlamentare di Bilancio non aveva mosso, analogamente, una serie di rilievi?
«Infatti il Servizio Bilancio del Senato ribadisce quanto già emerso da precedenti documenti dell’Ufficio parlamentare di bilancio, del Dipartimento Affari legislativi della Presidenza del consiglio, della Cortedei conti su bozze precedenti…».
Allora perché Lega e il ministro Calderoli si sarebbero incupiti rispetto a queste osservazioni?
«La cosa incredibile è un’altra. Che le Regioni e poi il governo abbiano riproposto un modello di attuazione dell’Autonomia Differenziata ampiamente bocciata nel merito, non dai soliti meridionalisti, ma dai principali organi di verifica e controllo nazionali».
Andiamo al punto: perché l’interesse nazionale è messo a rischio da questa Autonomia?
«Perché questo ddl propone di fatto nuove Regioni a statuto speciale che attraverso il meccanismo delle compartecipazioni di tributi nazionali tratterranno sul territorio una larga parte del gettito».
Conseguenza: meno risorse e meno servizi, per numero e qualità, per le aree meno ricche?
«È così. Con questo meccanismo, dice l’Ufficio di bilancio “le regioni più povere potrebbero avere maggiori difficoltà ad acquisire le funzioni aggiuntive”».
Intanto, che destino avranno i Livelli essenziali delle prestazioni?
«Siamo a uno dei vari punti critici, contrariamente a quanto dice il ministro Calderoli. Anche il dossier evidenzia che la riduzione del bilancio pubblico per finanziare le autonomie rende più difficile reperire le risorse per garantire i servizi essenziali : quindi Sanità, Scuola e altre materie…».
Nelle regioni che già oggi hanno prestazioni inferiori ?
«È così, purtroppo».
Era mai accaduto che si scatenassero queste reazioni intorno a un dossier del Senato?
«Mi pare di no, ma ciò che conta sono i contenuti: condivisi, ribadisco, da tanti esperti. E non possono essere sottratte al dibattito parlamentare e all’attenzione dell’intero Governo».
Gli effetti nefasti riguarderebbero solo il Sud?
«No, saranno effetti negativi per tutti: perché indebolisce l’intero Paese, frammentando le politiche economiche e aumentando le disuguaglianze. È utile che su questo si apra un dibattito anche all’interno delle diverse componenti della maggioranza».