Stato di massima attenzione nel Veneto dopo l’individuazione del terzo focolaio di influenza aviaria in Emilia. Mentre i tecnici dei servizi sanitari delle Usl venete sono impegnati in una serrata, visto il rapporto tra forze in campo e numero delle realtà da controllare, campagna di monitoraggio degli allevamenti regionali, oggi la Commissione europea analizzerà con i paesi membri il caso italiano. Per mercoledì, invece, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha convocato l’Unità di crisi nazionale e i vertici delle Regioni interessate fra cui Veneto ed Emilia Romagna. «La situazione è in continua evoluzione, visto che è in corso un’intensa attività di controllo sugli allevamenti» chiarisce il dottor Stefano Marangon, direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e componente dell’Unità di crisi nazionale.
«Ma a oggi, oltre all’azienda agricola di Occhiobello e sempre per quanto riguarda il Veneto, non sono stati disposti altri abbattimenti preventivi».
«Domani ci sarà una riunione informale sull’argomento» chiarisce l’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato. «Stiamo monitorando continuamente la situazione insieme a Veneto Agricoltura». Nell’allevamento di galline ovaiole di Occhiobello non è stata trovata alcuna positività, né al virus né agli anticorpi. Ma essendo una struttura collegata ai focolai (gruppo Eurovo) si è deciso di disporre, su richiesta della Regione Veneto al ministero della Salute, l’abbattimento preventivo. «Entro la metà della settimana le galline saranno abbattute» precisano i vertici del servizio veterinario della Regione Veneto. «L’attenzione è massima». In regione gli allevamenti industriali di galline ovaiole sono una sessantina (si parla di circa 5 milioni di animali) di cui una ventina legati alla filiera del gruppo Lionello (Eurovo) ai vertici in Italia per quanto riguarda le ovaiole. L’avicoltura, in generale, ha numeri decisamente importanti in regione: sul territorio si concentrano il 50% degli allevamenti di tacchini italiani, il 20% di quelli di galline ovaiole e il 45% di polli. Le realtà principali si trovano tra Rovigo e Verona, ma stabilimenti importanti sono presenti anche nel Padovano e in provincia di Treviso.
I servizi veterinari impegnati nelle verifiche – che fin qui, come detto, non hanno rintracciato alcuna positività in allevamenti della regione né al virus dell’influenza aviaria né agli anticorpi – sono sotto pressione. L’allerta è alta anche perché il virus può manifestarsi a distanza di un mese dall’eventuale contagio. «Si tratta di misure cautelative nei confronti dell’influenza aviaria che ha colpito gli allevamenti nel ferrarese» spiega il vice sindaco di Occhiobello, Laura Andreotti, che ha firmato l’ordinanza di sequestro e abbattimento. «Tengo a sottolineare che i controlli veterinari dell’azienda Ulss 18 hanno dato esito negativo, non sono stati trovati focolai, né virus tra gli animali dello stabilimento e non c’è pericolo per l’uomo, tuttavia, le direttive del ministero della Salute e della Regione Veneto dispongono l’abbattimento in via precauzionale».
Stessa sorte è già toccata a 700mila volatili di tre allevamenti colpiti da influenza aviaria in Emilia: a Ostellato (in provincia di Ferrara), Mordano (Bologna) e, l’ultimo focolaio in ordine di tempo, un allevamento di 18mila tacchini a Portomaggiore (sempre nel Ferrarese). Identico, nei tre casi, il ceppo: H7N7. «Si tratta» spiega a riguardo dell’ultimo focolaio il dottor Marangon «di un allevamento a tre chilometri in linea d’aria da quello di Ostellato». In una posizione di prossimità, dunque, che ha favorito il contagio.
Matteo Marian – Il Mattino di Padova – 26 agosto 2013