I risultati Dai blitz di Cortina recuperati 2 milioni Per ogni 3,82 euro di incassi l’amministrazione fiscale spende un euro. Il Tax gap vale circa 90 miliardi di euro. La forbice tra il gettito potenziale e quello effettivo, eroso da fenomeni di evasione fiscale, o di mancato rispetto degli obblighi fiscali per errori scusanti o crisi di liquidità, era di oltre 100 miliardi nel 2004 e si sta riducendo. Ma non abbastanza in fretta.
Lo stato dell’arte della lotta all’evasione è stato al centro dell’audizione al Senato, in commissione Finanze, del direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera. «Il tax gap stimato – ha spiegato Befera – è una misura complessiva del mancato gettito dell’Irpef derivante da lavoro autonomo, dell’addizionale Irpef, dell’Ires, dell’Iva e dell’Irap. Dal calcolo sono quindi esclusi l’evasione contributiva e l’evasione delle tasse locali come bollo auto e assicurazioni. Il trend nel lungo periodo tendenzialmente è decrescente ma non costantemente decrescente perché risente della crisi economica, di incrementi improvvisi di aliquote, di condoni». La massa di risorse sottratte a tassazione, perciò, è molto più ampia (dai 130 ai 150 miliardi come stimato dal Sole 24 Ore). Del resto, come dimostra la “mappa” elaborata dalle Entrate ci sono ancora ampie aree della Penisola (soprattutto Campania, Calabria e Puglia) dove il rischio di evasione (pericolosità fiscale) è elevato.
Lo scorso anno dalla lotta all’evasione fiscale sono arrivati riscontri incoraggianti sull’efficacia delle strategie adottate. «Il riscosso da attività di controllo – ha rivendicato il direttore delle Entrate – nel periodo dal 2001 al 2013, ha fatto registrare una notevole accelerazione raggiungendo, nel 2013, circa 13,1 miliardi di euro. Questo risultato, in crescita rispetto all’anno 2012, è di grande rilievo se lo si contestualizza al difficile periodo che il Paese attraversa». Anche azioni che hanno suscitato molto clamore mediatico si sono rilevate proficue. Dai blitz anti-evasione condotti a Cortina, per esempio, lo Stato ha incassato oltre 2 milioni: 1,2 milioni da imposte dirette (Ires e altre), 224.000 euro di Iva e 675.000 euro in sanzioni. Peraltro, ha aggiunto Befera, «l’efficacia dei controlli ha consentito di raddoppiare il rendimento in termini di riscosso rispetto alla pretesa e di rafforzarne la sostenibilità in giudizio». L’Agenzia vince il 64% delle cause, pari al 75% dei valori in contestazione.
Ma non di soli accertamenti (il recupero di 3,82 euro ne costa uno) vive l’Agenzia (la cui attività generale costa 0,85 euro per ogni 100 euro incassati) che garantisce oltre 380 miliardi di «gettito spontaneo». La relazione tra fisco e imprese, ha ribadito Befera, «deve basarsi su principi di trasparenza, equità e correttezza, per proseguire con il processo di cambiamento e rafforzamento della cultura della legalità». Occorre, quindi, ridurre al minimo gli ostacoli che impediscono l’agevole assolvimento degli obblighi tributari. In questa direzione, anche in considerazione del sistema fiscale che «si presenta per propria natura complesso e intricato» sono state avviate diverse iniziative. In particolare, ha ricordato Befera, è stato previsto l’invio degli esiti della liquidazione automatica entro l’inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni all’anno successivo, «evitando così il reiterarsi di errori nella compilazione delle dichiarazioni. Inoltre, si è lavorato per una più rapida erogazione dei rimborsi: nel 2013 a famiglie e imprese ne sono stati erogati oltre 1,5 milioni per un importo di circa 13,5 miliardi». Sono stati inoltre promossi lo sviluppo di canali di comunicazione telematica, l’aumento dei servizi di assistenza presso i front office, la semplificazione sia dei modelli delle dichiarazioni sia delle applicazioni informatiche.
Il Sole 24 Ore – 3 aprile 2014