Non vorrebbe dover dire avevo ragione, ma si trova costretto a farlo. I 400 mila euro promessi dalla Regione al personale dell’Usl 1 Dolomiti non sono mai arrivati. I 302 mila euro sottratti dal fondo dei lavoratori Usl per essere dirottati all’Azienda Zero, un grande meccanismo in cerca di risorse umane e di soldi per essere messo in piedi, non sono insomma stati rinfrancati. «Usl e sindacati mettono le mani nelle tasche dei lavoratori e sottraggono loro soldi – dichiara senza peli sulla lingua il segretario generale Fp Cgil Gianluigi Della Giacoma -. Ci rivolgeremo all’autorità anti corruzione per andare a fondo nella faccenda». La sigla vuole capire perchè Cisl, Uil e Nursing Up abbiano firmato un accordo che, di fatto, ha impoverito i lavoratori senza portare loro nulla di buono. Finora. È arrabbiato, Della Giacoma, perché le promesse strappate dai colleghi alla Regione non state ottemperate e si profila all’orizzonte una presa in giro. La vicenda risale al 2017. La creazione dell’Azienda Zero, il maxi colosso che gestirà la sanità veneta, aveva reso necessario il drenaggio di risorse dalle altre aziende sanitarie. In quell’occasione le sigle si erano sedute attorno al tavolo con l’azienda sanitaria e avevano sottoscritto un documento che dava il via libera al passaggio alla super struttura di 302 mila euro, tutti presi dal fondo per il personale ovvero da quel gruzzolo con cui si erogano gli straordinari, i premi produttività e si sostengono i progetti. La promessa era quella di un sacrificio per ottenere in cambio 400 mila euro per tre anni, tutti da destinare ad attività per il personale. Cgil, in quell’occasione, si era alzata dal tavolo di contrattazione e se n’era andata senza sottoscrivere l’accordo. «Quei soldi non sono mai arrivati – spiega Della Giacoma, arrabbiato -. Dove sono? Cosa dicono le sigle che hanno firmato l’accordo? Vorrei che i lavoratori fossero consapevoli di quanto sta succedendo». Si parla di 2900 persone del comparto e 600 tra dirigenza medica e non. Come se non bastasse sono state attivate anche altre 8 posizioni organizzative, incarichi da cui derivano 5 mila euro in più all’anno per ogni beneficiario per una spesa complessiva di 35 mila euro. «Tutti soldi sottratti agli altri dipendenti – conclude il segretario, – perché? Non c’era assolutamente bisogno di nuove posizioni organizzative». (Alessia Trentin)
IL GAZZETTINO – Giovedì, 12 aprile 2018