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Benzina, prezzi record. Consumatori: «Rincari insostenibili»

Oltre due euro al litro. Il picco dei prezzi raggiunto in alcuni distributori del Centro Italia fuori dalle autostrade

ROMA Due euro al litro. In fondo nessuna sorpresa, per arrivarci bisognava soltanto attendere l’ennesimo rialzo dei costi dell’oro nero sui mercati internazionali: i ribassi ancorché contenuti del mese scorso avevano soltanto creato una timida per quanto illusoria speranza. Insomma, era stato un miraggio di inizio estate. La benzina a due euro al litro era un traguardo, appena dietro l’ultima curva, che si è concretizzato ieri.

E’ anche un record storico per la rete ordinaria, cioè fuori dalle autostrade. Record toccato e superato in alcune regioni del Centro Italia e in particolare in Toscana dove alcuni distributori hanno fissato il prezzo a quota 2,008; 1,843 al litro per il gasolio al Sud; Gpl a 0,94 in Campania. Dati registrati dal Quotidiano Energia. Che spiega: «Scontato da tempo il record del caro carburanti in autostrada, la vera novità è il raggiungimento del massimo sul servito della rete ordinaria con punte superiori ai 2 euro/litro che mandano in soffitta i primati della scorsa primavera».

Tutta colpa (si fa per dire) della crescita delle quotazioni internazionali. Magari è così, ma resta la constatazione ormai consolidata che le aziende petrolifere sono sempre più che sollecite ad adeguare i prezzi al rialzo, molto meno attente ad applicare i ribassi. Evidentemente la comunicazione tra le fonti primarie di energia petrolifera e i distributori non è sempre corretta e puntuale. Misteri. O forse no. La realtà, invece, ancora una volta è assai sgradevole per chi sta per fare rientro dalle ferie. C’è già chi stila i primi conti e tira i primi bilanci della situazione.

«Le compagnie si stanno preparando ad accogliere al ritorno dalle vacanze le poche famiglie che sono partite», denunciano Federconsumatori e Adusbef. In base alle stime complessive delle due associazioni i nuovi rincari costeranno agli italiani 420 euro l’anno per l’acquisto e 348 per i costi indiretti, come il trasporto merci. Totale 768 euro in più a famiglia. Secondo Coldiretti per fare il pieno in un’automobile con un serbatoio di 60 litri serviranno 120 euro, un importo superiore ai 111 euro che mediamente le famiglie italiane spendono ogni settimana per la spesa. Un litro di benzina, dice Coldiretti, viene a costare come un chilo di pesche, ma il prezzo ha superato del 40% il chilo di pasta e del 50% il litro di latte.

«Rincari così smisurati – sottolinea la Cia (Confederazione italiana agricoltori) – generano uno stravolgimento completo nei bilanci familiari. Nell’arco dell’ultimo anno, infatti, gli italiani hanno dovuto sborsare di più per il capitolo trasporti, carburanti ed energia (470 euro al mese) che per gli alimentari (467 euro al mese) con uno sbilanciamento mai visto prima verso auto e bollette a discapito della tavola. Gli imprenditori agricoli in meno di un anno e mezzo hanno visto raddoppiare il prezzo del gasolio agricolo con un onere aggiuntivo di circa 5.000 euro ad azienda».

Prova, invece, a smorzare l’allarme la Faib-Confesercenti che invita a valutare il quadro generale degli aumenti sulla rete dei 24.000 impianti. «La Toscana – precisa il presidente, Martino Landi – è senz’altro la più esposta perché ha un’accisa più alta a causa dell’alluvione dello scorso anno. In realtà nella madia italiana al massimo si raggiungono gli 1,920 euro al litro senza considerare che il prezzo viene rilevato nei giorni lavorativi quando nessuna compagnia petrolifera applica gli sconti, concentrati tutti sul fine settimana».

L’ultima impennata di benzine e gasolio spinge anche le forze politiche a scendere in campo e ad entrare in pressing sull’esecutivo. Il Popolo della libertà sollecita con forza il governo ad intervenire per sterilizzare la quota marginale dell’Iva che moltiplica il prezzo del carburante. «L’aumento di oltre due euro al litro – scrivono in una nota alcuni parlamentari del partito di Silvio Berlusconi – è inaccettabile sia per l’effetto dei conti sulle famiglie sia per l’impatto sui costi del sistema manifatturiero». Anche il Partito democratico spinge perché il ministro Passera convochi i petrolieri per avere chiarimenti: «Con questi prezzi appare velleitario parlare di ripresa dal momento che i carburanti – ricordano in democrat sono alla base della produzione di molte merci e del loro trasporto».

Il Messaggero – Giovedì 23 Agosto 2012

 

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