La coperta è sempre più corta, ma la sanità del Veneto ce l’ha fatta anche stavolta: è passata sotto le forche caudine dell’esame dei conti del Ministero dell’economia (il cosiddetto “tavolo Massicci”) e ha chiuso l’esame con un mini-avanzo di 6 milioni che le permette di evitare ancora una volta l’applicazione di un piano di rientro, al quale sono state sottoposte come noto molte Regioni italiane che non sono riuscite a evitare il deficit della sanità. Una delibera di Giunta regionale segnala che a dicembre finalmente la Regione ha potuto recepire gli esatti importi e «le maggiori assegnazioni» che le spettavano per il riparto delle risorse 2014 tra le Regioni. E ha potuto così aggiornare i conti delle singole Ulss al quarto trimestre 2014, vale a dire a fine anno, anche se i risultati di ciascuna non possono essere considerati come bilanci definitivi di ogni azienda sanitaria, ma piuttosto «preventivi economici aggiornati», precisa la delibera, anche se si tratta di numeri definiti a fine anno e quindi molto vicini in sostanza a un pre-consuntivo.
Con queste cifre il Veneto ha affrontato l’esame del ‘Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti”. Come già avvenuto l’anno scorso, il “tavolo Massicci” ha imposto alle Regioni un ulteriore ostacolo: non possono essere conteggiati, per il dato finale della sanità, gli eventuali utili raggiunti da singole Ulss. Contano solo i deficit, laddove ci sono Ulss che li hanno fatti segnare, e le cifre che la Regione può mettere sul tavolo a coprire il disavanzo che ne deriva. A far reggere i conti veneti quindi è ancora una volta la “Gestione sanitaria accentrata”, cioè la cifra che la Regione tiene a disposizione a Venezia dello staff del direttore genera le Domenico Mantoan per quei costi che vengono gestiti a livello territoriale regionale e, appunto, per far fronte ai “buchi” di singole Ulss.
Il verdetto è stato positivo: «II risultato di gestione al 4° trimestre 2014 – riporta la delibera di Coletto – presenta un avanzo di circa 6 milioni, dovuto alle perdite aziendali rispetto alle risorse indicate a copertura». Va tenuto conto anche di un fatto che rende il Veneto unico in Italia: i conti della sanità tornano anche senza l’addizionale Irpef che le Regioni posso “aggiungere” a quella già imposta dallo Stato, e che appunto Venezia non applica più da cinque anni, a differenza di tutti gli altri.
«In attesa del verbale della seduta», e cioè la pagella ufficiale di Roma, la Regione ha pubblicato i risultati pre-consuntivi di ciascuna Ulss. Attenzione: i dati veri di bilancio 2014 di ciascuna Ulss non sono ancora stati ufficializzati dalla Regione, e la tendenza è che ai conteggi finali risultano per tutte le Ulss migliori di quelli fatti “all’osso” al 31 dicembre. Ma nelle tabelle rese ufficiali ieri sul Bollettino ufficiale ci sono già alcune tendenze che emergono dalla “pagella” portata a Roma per ciascuna Ulss. Per una decina di aziende – ma il numero è destinato a crescere di almeno un’unità – risulta già un bilancio in avanzo, e questo gioca tutto a loro favore: proprio la regola del “tavolo Massicci” infatti, escludendo dal conteggi finale l’utile di ogni azienda, permette a questa di tenersi i soldi tutti a vantaggio dei propri conti e quindi, logicamente, di investimenti da affrontare ad esempio in nuove attrezzature a servizio delle Uiss. A spanne emergono già 25 milioni spendibili per investimenti sanitari da quelle aziende (tre su quattro nel Vicentino) che hanno i conti 2014 in attivo.
Piero Erle – Il Giornale di Vicenza – 6 maggio 2015