«Questa attività è una terapia integrativa “di comprovata efficacia” e le prime prescrizioni risalgono agli antichi trattati di medicina greca»
«Riconoscere e disciplinare l’ippoterapia come tecnica riabilitativa integrativa, erogabile dal Servizio Sanitario Nazionale», così da dare garanzie ai pazienti, operatori e animali” e farne «beneficiare tutti i bimbi malati». A chiederlo è Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, che ha presentato, presso il centro di terapia psicologica con animali “Fienile animato” di Cambiago (MI), il suo progetto di legge “Norme sulla riabilitazione con il cavallo”, assegnato alla Commissione Affari sociali della Camera.
«L’ippoterapia – ricorda – è una terapia integrativa “di comprovata efficacia” e le prime prescrizioni risalgono agli antichi trattati di medicina greca», adatta per varie patologie, in particolare a bambini autistici o affetti da paralisi cerebrale infantile, ma anche adulti vittime di traumi. Per far sì che venga sfruttata come opportunità di cura, occorre però «disboscare la giungla di iniziative non sempre controllate» e «fissare standard», a cominciare da chi ha bisogno della terapia”, spiega. Necessario quindi distinguere «la relazione ludico-ricreativa con il cavallo» da un vero e proprio «progetto riabilitativo personalizzato al quale lavora un gruppo di specialisti con competenze diverse, sottoposto ad una rigorosa verifica periodica dei risultati raggiunti».
La Stampa – 12 novembre 2013