Chissà perché il consigliere regionale Stefano Valdegamberi si è convinto che “l’aviaria non sia mai esistita”. Non si capisce dove mai abbia potuto prendere questa informazione. Eppure non è un ragazzino, vive in provincia di Verona e dovrebbe ricordarla anche lui. Nella prima metà negli anni duemila tacchini e polli morivano a migliaia negli allevamenti del Nord Italia e ci vollero mesi di lavoro dei veterinari pubblici per contrastare la diffusione della malattia. Eppure il consigliere fa queste affermazioni in un’interrogazione, un testo ufficiale, depositato in Regione, che prende spunto dalla notizia che la Procura di Roma il mese scorso ha chiuso le indagini preliminari nell’inchiesta su provvedimenti e vaccini contro la Blue tongue e l’aviaria.
Nella lista dei 41 indagati ci sono anche nomi di primo piano che hanno gestito nell’ultimo decennio la sicurezza veterinaria, oltre a manager dei colossi farmaceutici. Le accuse spaziano dalla ricettazione alla corruzione, dalla somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica alla tentata epidemia, dalla concussione all’abuso d’ufficio. E si avanzano dubbi pesanti su come furono gestite quelle emergenze. Ma ovviamente i pm romani si guardano bene da ipotizzare “l’inesistenza dell’influenza aviaria”.
A questo proposito ci sia permessa una piccola riflessione. Poiché l’inchiesta coinvolge (come semplici indagati perché ancora la Procura deve decidere in merito a possibili richieste di rinvio a giudizio) anche dirigenti degli Istituti zooprofilattici di Teramo e di Padova, ci saremmo aspettati che esponenti politici e organi di stampa della nostra Regione riprendessero, con le dovute cautele, la notizia venti giorni fa quando è uscita sui media nazionali. Come hanno fatto, sentendosi chiamati in causa, i quotidiani sardi o abruzzesi.
Cosa che, per qualche motivo che ignoriamo, in Veneto non è avvenuta. Un silenzio assordante. Solo ora il consigliere Valdegamberi, a distanza di settimane, esce con un’interrogazione agli assessori Coletto e Manzato chiedendo che la Regione Veneto istituisca immediatamente una commissione d’inchiesta sull’Istituto zooprofilattico delle Venezie. Istituto che, sempre secondo il consigliere, “è diretto da Ilaria Capua” (così nel testo!).
Ma Valdegamberi, come detto, prontamente supportato da alcune associazioni di categoria, fa di più e arriva ad affermare: “L’aviaria, la famigerata influenza che nel 2005 fece sopprimere un numero altissimo di polli e volatili, secondo un articolo-inchiesta dell’Espresso, non sarebbe in realtà mai esistita. Il virus non aveva nulla di allarmante e fu ad arte trasformato in un’epidemia in procinto di esplodere proprio per generare la psicosi”. E ancora, poco dopo, parla di “epidemia-truffa che è costata miliardi di euro alle casse pubbliche, comprese quelle della Regione Veneto”.
Come abbiamo già avuto modo di ribadire in altra occasione non entriamo nel merito dell’inchiesta giudiziaria e attendiamo che il lavoro della magistratura si concluda, auspicando che venga fatta chiarezza al più presto.
Ma una cosa ci sentiamo tranquillamente di affermare: l’epidemia di influenza aviaria che colpì il Nord Italia alla metà degli anni 2000 fu vera e reale. Tanto che gli animali negli allevamenti colpiti morirono a migliaia. Furono messe in atto dalle aziende sanitarie tutte le misure per contrastare il diffondersi della malattia, compreso il depopolamento, e questo permise di salvare almeno una parte del nostro patrimonio avicolo.
Ora noi possiamo anche comprendere il gioco delle parti, gli interessi politici o economici, ma guai se si arriva a negare la realtà dei fatti. I veterinari delle Asl hanno toccato con mano quell’emergenza, lavorando senza sosta giorno e notte per fermarla e con il supporto del personale Izsve, sul campo e in laboratorio
Se ci fu qualcuno che ingigantì l’allarme mediatico per perseguire propri interessi è giusto che paghi. Ma non è negando quanto è storicamente avvenuto che si risolvono i problemi. La Procura di Roma non afferma certo che l’aviaria o la Blue tongue non esistono! Ben diverse e gravi sono le ipotesi di reato su cui i magistrati si muovono: la truffa, la corruzione, il traffico di virus e di vaccini, l’aver usato farmaci non solo inutili ma dannosi. Su questo tutti noi attendiamo delle risposte.
Roberto Poggiani
6 agosto 2014