È legge il primo tassello della riforma della Pubblica amministrazione. L’Assemblea di Montecitorio con 303 voti favorevoli, 163 contrari e 9 astenuti ha dato il via libera definitivo, in terza letture, al disegno di legge di conversione del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari nel testo già approvato dalla Camera e come modificato dal Senato. Sempre questa mattina l’Aula della Camera con 346 voti favorevoli, 177 contrari e 8 astenuti aveva votato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto. La riforma della Pa è passata in entrambi i rami del Parlamento con tre fiducie in una settimana. Nel corso dell’approvazione non sono mancate le polemiche.
In particolare per la decisione del Governo, in Commissione Affari Costituzionali del Senato, di presentare un emendamento soppressivo del comma 5 dell’art. 1. L’approvazione dell’emendamento riporta di fatto il tetto del pensionamento a 70 anni per gli universitari e a 65 per i medici pubblici, eliminando il pensionamento d’ufficio per i primari così come era previsto dal precedente comma 5 del decreto.
Il testo varato da Montecitorio al termine di un iter parlamentare, senza modifiche rispetto alla versione approvata dal Senato.Il nuovo testo dell’art.1
Abolito il “trattenimento in servizio”
Molti e a largo raggio i contenuti del decreto. Tra i capitoli più importanti, quelli che intervengono sul fronte pensionistico, con l’abolizione ad esempio dell’istituto del trattenimento in servizio dei pubblici dipendenti. Dalla fine di ottobre nessun impiegato della Pa potrà restare a lavoro dopo aver raggiunto i requisiti pensionistici. Stop quindi alla prassi di permettere il prolungamento del servizio per un biennio. La regola varrà anche per i magistrati (che oggi possono trattenersi in servizio fino a 75 anni, 5 in più rispetto ai 70 che fanno scattare la quiescenza.
Stretta sulle aspettative dei magistrati
In arrivo anche una stretta sull’utilizzo dei magistrati nell’ambito della Pa. Le toghe che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione, anche solo di consulenza giuridica, non potranno più godere dell’aspettativa, ma dovranno obbligatoriamente andare fuori ruolo, posizione per cui gli spazi non sono infiniti (la durata massima è di dieci anni). La regola però non vale per coloro che hanno già ottenuto l’aspettativa.
Prepensionamenti “motivati” anche a 62 anni
Sempre in materia di pensioni, tra le novità anche la possibilità delle amministrazioni di mandare a riposto i dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l’anzianità massima. La riforma prevede anche il dimezzamento di permessi e distacchi sindacali e, per favorire il turnover nella Pa, il divieto di assegnare incarichi ad ex dipendenti pubblici in pensione. Il paletto è stato esteso anche ai dipendenti di società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali.
Trasferimento d’ufficio entro i 50 chilometri
Tra le misure più attese della riforma c’è poi la possibilità di disporre, senza necessità di motivarlo, il trasferimento di un dipendente pubblico da un ufficio ad un altro purché nel raggio di 50 chilometri. La norma non varrà per dipendenti con figli sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il per il demansionamento in seguito al trasferimento: al massimo si potrà essere retrocessi di un una qualifica.
Poteri più estesi per presidente Anac, moduli unici per Scia e Dia
Il decreto 90/2014 allarga poi il campo d’azione del presidente dell’Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto dall’ex magistrato Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d’appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto. Per favorire la semplificazione delle procedure prevista anche l’introduzione di moduli di autorizzazione per i lavori edilizi e l’avvio di attività produttive (Scia) uguali su tutto il territorio nazionale. I moduli saranno pubblicati sul portale www.impresainungiorno.gov.it.
Taglio ai diritti camerali (in tre anni)
Molto contestata, nel corso del passaggio parlamentare, la misura che prevede il taglio delle somme dovute dalle imprese alle Camere di commercio. Il dimezzamento dei diritti camerali, inizialmente previsto in un anno, verrà invece spalmano su tre anni (35% per il 2015, 40% nel 2016 e 50% nel 2017), come richiesto da Unioncamere.
Turnover, nuove assunzioni per Vigili del fuoco e Polizia
La riforma non prevede solo tagli e prepensionamenti. Le amministrazioni pubbliche possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la percentuale si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Paletti meno stringenti sono previsti per gli enti territoriali che si mostrano “virtuosi”. Un trattamento particolare è poi previsto per i vigili del fuoco, con la possibilità di procedere ad oltre mille nuove assunzioni, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo 2015.
Criteri rigidi per la razionalizzazione delle Authority
La “Razionalizzazione delle autorità indipendenti”, prevista dall’articolo 22 del decreto, prevede l’accorpamento d’ufficio delle sedi, ma solo se non vengono rispettati i nuovi vincoli: il 70% del personale deve essere concentrato nel “quartier generale”. I dirigenti che lasciano Banca d’Italia, Ivass e Consob non potranno ricoprire ruoli nei soggetti regolati nei due anni successivi.
Il Sole 24 Ore – 7 agosto 2014