«Se il Comune di Verona spera di risolvere una protesta che dura da 5 mesi con un assegno…Siamo ben lontani!». E ancora: «Tutti insieme scateneremo l’inferno». La pagina Facebook dell’associazione animalista Freccia45 è un proclama di guerra.
A scatenare l’ira degli attivisti che da mesi protestano davanti al centro di ricerca Aptuit (ex Glaxo) di via Fleminig per chiedere lo stop della vivisezione e la liberazione delle cavie, è stata una lettera inviata dal Coordinamento Ambiente del Comune. «Con riferimento alla Vostra istanza relativa alla detenzione da parte di Glaxosmithcline di 32 beagle a fini sperimentali, si comunica che la Giunta comunale, nella seduta del 3 luglio 2013, ha accolto la proposta dell’assessorato all’Ambiente di istituire un premio di laurea da mille euro a favore di tesi nuove o già presentate negli anni accademici 2011-2012 da studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona riguardanti ricerche relative a metodi sostitutivi alla sperimentazione animale» è scritto nella lettera. Ma nella loro istanza gli animalisti, che erano stati ospitati anche in una seduta della Quarta Commissione consiliare sul tema della ricerca alternativa e del caso beagle-Aptuit, chiedevano soprattutto che Palazzo Barbieri si impegnasse nella revoca delle autorizzazioni al centro di ricerca e nell’avvio di controlli approfonditi. «Con questa lettera il Comune ha posto una pietra tombale sulle nostre richieste – denuncia Susanna Chiesa, presidente di Freccia45 -. Studieremo nuove forme di protesta eclatanti». Intanto il consigliere Ciro Maschio, presidente della Quarta Commissione e primo politico cittadino ad essersi interessato alle istanze degli animalisti, cerca di gettare acqua sul fuoco: «Non credo proprio sia una “pietra tombale”; si tratta invece di un primo passo che non pregiudica ulteriori iniziative. Il Comune resterà disponibile al confronto civile sulla questione».
Corriere Veneto – 31 agosto 2013