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Casse private chiedono più spazio e aprono al contributivo

Gli enti si candidano per estendere il loro modello a nuove categorie. E sulle pensioni prima apertura al contributivo

Un nuovo sistema di welfare che si regga su due gambe: la previdenza e l’assistenza. E questa la proposta che arriva dal mondo professionale riunito a Milano per le giornate della previdenza. La prima annotazione (positiva) è per la svolta verso il contributivo puro chiesta dal ministro Fomero. «E un buon inizio ma non basta — dice Sergio Nunziante, presidente della Cassa Biologi —. L’equità non è sufficiente. Bisogna immaginare una terza età in cui la pensione sia solo una delle frecce nel nostro arco».

Nuova carta servizi Il progetto proposto dagli enti di previdenza privati è quello di un nuovo di welfare, una sorta carta servizi di tutela e garanzia che possa sostenere la qualità della vita prima e dopo la pensione e che tutte le Casse di previdenza di nuova generazione offrono a diversi livelli. «Penso sia molto importante che, oltre a svolgere compiti istituzionali legati alla gestione della previdenza — ribadisce Angelo Arcicasa, presidente della Cassa Psicologi — gli enti promuovano iniziative per sup-portare i propri iscritti nel loro percorso professionale. Dobbiamo impegnarci a rispondere alle loro reali necessità con servizi dedicati a migliorare il lavoro e garantire un costante aggiornamento formativo». La prima richiesta al ministro è di permettere a queste Casse di possedere risorse per sostenere questa offerta assistenziale magari pensando a una forma di tassazione più leggera che lasci una quota dell’aliquota da destinare al welfare integrativo. La seconda richiesta al ministro è di incentivare tutte le forme di sinergia a largo raggio tra le Casse previdenziali, un po’ quello che hanno fatto architetti, ingegneri e geometri che, firmando un protocollo d’intesa, mettono in comune i servizi di gestione al fine di migliorare la qualità della prestazione resa agli iscritti e risparmiare risorse importanti per poi utilizzarle ai fini assistenziali. La terza richiesta per il ministro è di ipotizzare forme di integrazione al sistema contributivo, tramite forme solidali: «Si potrebbe pensare ad una pensione di base finanziata con quella “riserva straordinaria” che alcuni enti di previdenza hanno – propone Florio Bendinelli della Cassa periti industriali – e che ad oggi le regole attuali ci impediscono di toccare. Questo permetterebbe di immaginare una previdenza che abbia un piedistallo uguale per tutti gli iscritti, finanziato direttamente dalle risorse di ogni Cassa senza mettere in discussione l’autonomia gestionale».

L’assistenza Anche sul fronte dell’assistenza si muovono passi importanti: per la prima volta nove Fondi sanitari privati (che rappresentano più di due milioni di persone) si presentano un modo unitario per proporre un nuovo modello assistenziale integrativo. «Forse è arrivato il momento di far conoscere la nostra realtà a tutti — spiega Daniele Cerrato, presidente di Casagit, Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti —. In un momento in cui il sistema sanitario nazionale boccheggia e va a caccia di fondi, noi potremmo rappresentare una risorsa fondamentale. Certo, a patto di avere standard qualitativi alti e costi convenienti. Risulta paradossale, infatti, che oggi noi paghiamo convenzioni con strutture mediche private che ci propongono tariffe di gran lunga più convenienti rispetto a quelle del settore pubblico». Ma l’alleanza tra casse private è trasversale e comprende anche i non professionisti. «Cerchiamo di far conoscere il nostro modello — spiega Claudio Trucato, presidente Fasdac, il fondo integrativo dei dirigenti commerciali — le assicurazioni sanitarie hanno fallito, noi continuiamo a essere attivi su un territorio complesso come quello della sanità integrativa. Avanziamo il nostro modello nella convinzione che la complementarietà sia possibile: le casse private possono rappresentare un partner affidabile per le eccellenze del servizio sanitario nazionale ed essere estese a un pubblico molto più ampio».

Corriere della sera Economia – 14 maggio 2012

 

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