Lo statuto sarà in vigore da oggi andando a sostituire quello del 1971, dopo un attesa durata 12 anni.
Una forcola in legno in dono ai “padri statutari” che in 14 mesi di lavoro e oltre cento sedute hanno scritto la nuova Carta della Regione, e una “sessola”, il grande cucchiaio di legno che i marinai utilizzano per svuotare lo scafo dall’acqua, ovvero per mantenere l’imbarcazione pulita: sono i due omaggi simbolici che il presidente della commissione Carlo Alberto Tesserin ha donato, prima della cerimonia di promulgazione dello Statuto, ai consiglieri regionali della commissione e ai presidenti di Giunta e Consiglio, Zaia e Ruffato, nella sala Cuoi di palazzo Ferro-Fini. «La forcola per la gente di mare e di laguna è il supporto del remo, che consente di imprimere una direzione alla barca e di dare energia alla voga del rematore nel fendere le acque» spiega Tesserin. Emblematica l’incisione “voghe diverse, stessa direzione, meta unanimemente raggiunta”. «Lo Statuto in sè, infatti, come la forcola, non risolve alcun problema, ma senza di esso non possiamo andare da nessuna parte» conclude Tesserin. Seguono le firme allo Statuto (dopo Zaia tutti i 60 consiglieri) che sarà in vigore da oggi andando a sostituire quello del 1971, dopo un attesa durata 12 anni. La grande pergamena rimarrà esposta nel palazzo consiliare, a ricordo della seconda stagione statutaria, che a distanza di quarant’anni ha aggiornato principi, funzioni e organi della Regione. «La nuova Carta del Veneto rappresenta le nostre credenziali» sostiene Luca Zaia «che sono uniche ed è indicativa di una stagione delle riforme che quasi imbarazza Roma. Se in Parlamento si fosse agito come in Veneto, oggi ci sarebbero metà parlamentari, non ci sarebbero più pensioni e vitalizi, ci sarebbero il blocco dei mandati e una nuova legge elettorale». Proprio quest’ultima è uno dei nodi da sciogliere anche in Veneto, avvisa il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato «trattando con il Governo le modalità per coniugare il principio dell’autonomia regionale con quello del rispetto delle norme nazionali di contenimento dei costi della politica». Quindi, seguiranno la revisione del regolamento e la scrittura di leggi per attuare i principi enunciati nella Carta. Per farlo, sottolinea il vicepresidente della commissione Sergio Reolon «bisogna uscire dai particolarismi per raggiungere una visione generale e strategica». Infine, Bond e Cortelazzo chiedono di fare chiarezza sul futuro delle Province.
La Nuova Venezia – 18 aprile 2012
18 aprile 2012