Città Speranza, inizia trasferimento nella Torre. Ma Capua non c’è
E’ iniziato il trasferimento di macchinari e attrezzature nei primi quattro piani della torre della ricerca — inaugurata lo scorso giugno in zona industriale —, dedicati alla Pediatria.
Poi sarà la volta dell’«Istituto Medea», che al quinto piano si occuperà di assistenza e recupero dei pazienti con danni cerebrali non congeniti, del Dipartimento di Scienze oncologiche e chirurgiche sistemato al sesto, della «Fondazione Penta», impegnata a seguire i bambini con virus Hiv e collocata al settimo, e del gruppo di studio sulla medicina rigenerativa e sulle cellule staminali guidato dal professor Paolo De Coppi, insediato all’ottavo.
«Entro gennaio il trasloco di tecnologia e materiale sarà completato — spiega Stefano Bellon, vicepresidente della Fondazione Città della Speranza — poi potranno iniziare ad arrivare gli scienziati. Sono circa un centinaio, per il momento». Ma il più grande centro europeo per la ricerca pediatrica è in grado di ospitarne fino a 450.
Tra cui Ilaria Capua, la virologa famosa nel mondo per aver sequenziato e messo a disposizione di tutti i colleghi il primo ceppo africano di influenza aviaria. A lei la Fondazione ha riservato gli ultimi due piani dell’angelo che racchiude tra le ali la doppia elica del Dna, ma ancora non si sa se l’Istituto zooprofilattico delle Venezie di Legnaro, di cui è dipendente, la lascerà venire via. Il problema è economico: ogni piano costa 3 milioni e la Regione ha a disposizione giusto quella cifra, che tra l’altro non è mai arrivata dal ministero della Salute benchà promessa, perciò mancano i soldi per l’altro. E lo Zooprofilattico non ha intenzione di metterceli. «Stiamo ancora aspettando una risposta — rivela Bellon — abbiamo dato un termine ultimo al 31 dicembre. Dopodichè assegneremo gli spazi ad altri. Ma per ora nessuno ci ha comunicato nulla».
Giovedì la Capua è stata ricevuta a Roma dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, che si è impegnato a favorirne il trasferimento nella torre, però dei 3 milioni ancora nessuna notizia.
Corriere del Veneto – 16 dicembre 2012