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Ora il sindacato scopre che non ha partiti di riferimento

Pareri e previsioni nel mondo di Cgil, Cisl e Uil. Un solo dato è comune alle tre sigle: no a Berlusconi. Per il resto si spazia da Grillo a Monti, con preferenze per il Pd e per Sel

Da Rivoluzione civile alla Lega nord, passando per Sel, Movimento Cinque stelle, Partito democratico e lista Monti. Il mondo sindacale sembra guardare con attenzione all´intera galassia di forze politiche dell´arco costituzionale, ovviamente con le opportune e doverose distinzioni, a seconda della sigla – Cgil, Cisl e Uil – presa in considerazione.

Grande assente è certamente il Pdl: l´eventuale ritorno del suo leader Silvio Berlusconi, infatti, viene visto con timore e preoccupazione da tutti gli intervistati.

CGIL. Tra le fila degli iscritti alla Cgil si nota una forte polarizzazione dei voti: se la maggior parte sembra intenzionata a votare per Sel, per un più moderato Pd o per il nuovo partito fondato dal magistrato Antonio Ingroia Rivoluzione civile, resiste ancora qualche sostenitore del Carroccio, fedelissimo seguace del sindaco Flavio Tosi.

Suscita curiosità Ingroia, visto come un´offerta politica nuova, che riunisce pezzi di Idv, Movimento arancione, Verdi, Partito di Rifondazione comunista e Comunisti italiani.

Per quanto riguarda Grillo, invece, le sue recenti affermazioni sul sindacato – «una struttura vecchia come i partiti politici», ndr – non hanno certo aiutato il comico genovese a riscuotere simpatie tra i diretti interessati, ma c´è qualcuno che sorvola, ritenendo prioritario manifestare la propria insofferenza nei confronti della politica. Tutti uniti, comunque, contro il comune «nemico» Berlusconi, ma anche contro il burocrate Monti, colpevole di aver messo in ginocchio i lavoratori con una pressione fiscale insostenibile.

CISL. Più compatto il voto della Cisl, che guarda principalmente al Partito democratico, come forza in grado di guidare l´Italia fuori dalla crisi. Per molti si tratta di un voto convinto, alcuni invece si aggrappano alla regola del «tapparsi il naso e votare il meno peggio», perché le alternative sono scarse e deludenti. Non manca un po´ di dispiacere per «l´occasione persa» delle primarie che, secondo alcuni, avrebbero consentito un più concreto rinnovamento con l´elezione a candidato premier del sindaco di Firenze Matteo Renzi, ma la scomparsa di alcuni volti noti del panorama politico sembra già una conquista.

Le posizioni di Sinistra ecologia e libertà sono considerate troppo radicali, al punto da rischiare di frenare quei cambiamenti, di cui il Paese oggi necessita più che mai. Qualcuno, infine, fa l´occhiolino a Monti, che è stato in grado nell´ultimo anno di restituire credibilità all´Italia, e auspica un governo che veda collaborare Pd e sostenitori del Professore per il bene del Paese.

UIL. Spaziano dal Pd alla lista Monti, dalla Lega al M5S i voti degli iscritti alla Uil. Qualcuno, stanco di una politica dove «nessun partito è più credibile», ha già deciso di recarsi alle urne ma senza votare, in segno di protesta. Altri decideranno all´ultimo a chi dare la propria preferenza e l´unica certezza che hanno al momento è che il loro voto non andrà al Pdl, delusi per com´è stata gestita la cosa pubblica nel corso dell´ultima legislatura.

Si fa strada anche tra le fila della Uil l´ipotesi di un´alleanza Pd-Monti a sostegno di una maggioranza che, con tutta probabilità, non avrà i numeri per governare.
L’Arena – 2 febbraio 2013

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