Un taglio da oltre mezzo miliardo anche alla spesa sociale per coprire il condono fiscale. Lo racconta l’elenco 1 allegato al decreto legge numero 119, pubblicato in Gazzetta ufficiale e in vigore da ieri. La scure cade per 590 milioni sui bilanci dei ministeri, così da compensare il mancato gettito favorito dalle nuove sanatorie. Ma non si tratta di una sforbiciata agli sprechi. Tutt’altro.
Si tolgono ad esempio 50 milioni ai perseguitati politici e razziali, oltre che ai pensionati di guerra. Cinque milioni alle famiglie. Altrettanto al terzo settore. Due milioni alle cooperative. Ben 20 milioni alle politiche del lavoro. Altri 17 alle imprese, tra incentivi e promozione del made in Italy. Quasi 30 milioni a scuola ( primo e secondo ciclo) e università. Oltre 17 milioni agli enti locali. Financo un milione e mezzo ai programmi sulla sicurezza stradale, nonostante la recente nota al Def prometta di dimezzare il numero di vittime entro il 2020 e annullarlo entro il 2050.
Tagli molto severi. E immediati. Le risorse servono subito, entro la fine dell’anno. Perché il buco creato dall’annuncio di 9 sanatorie — diventeranno 10 durante l’esame parlamentare del decreto — è già negli incassi congelati della rottamazione bis: i contribuenti non stanno saldando le cartelle esattoriali in attesa della ter che avrà lo sconto non solo di interessi e sanzioni, ma anche di parte dell’imposta evasa fino al 94% del totale. E più tempo per versare il dovuto. Ecco dunque che per tamponare il minor gettito fiscale si chiede un contributo ai ministeri. Un assaggio rispetto a quanto dovranno tirar fuori con la legge di bilancio: in totale 3 miliardi e mezzo. E certo non si andrà per il sottile, sezionando le zone morte e improduttive dei palazzoni romani.
Tutte le finanziarie degli anni passati hanno pescato nelle sacche di sprechi ministeriali, veri o presunti. Finendo di quando in quando per segare in modo lineare anche programmi sociali, salvo poi ravvedersi in finanziaria. Avverrà lo stesso con il governo gialloverde? Così sembra, se è vero che ad esempio la Sabatini sarà rifinanziata: le imprese vengono penalizzate in un provvedimento, poi in piccola parte risarcite in un altro. Un pasticcio. E un danno. Perché non si colpiscono o favoriscono le stesse. Come dimostra la cancellazione di Ace e Iri — due misure fiscali di vantaggio per le aziende — per finanziare l’ampliamento della flat tax alle partite Iva.
Curiosa poi la sottrazione di 28 milioni alla partecipazione italiana alle politiche di bilancio Ue. Proprio quando invece servirebbe una presenza vigile.
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