I delegati della Conferenza della World Veterinary Poultry Association hanno detto che i consumatori hanno sempre più a cuore il benessere degli animali, e quindi i veterinari dovranno svolgere un ruolo sempre più importante per garantirlo. In caso contrario, questo ruolo sarà ricoperto da gruppi che potrebbero essere meno informati, ha ammonito il dottor Stephen Lister dei Servizi veterinari nel Regno Unito.
Alla Conferenza WVPA i veterinari analizzano il benessere degli animali “Prendersi cura del benessere degli animali è una ruolo storicamente affidato ai veterinari, ma la maggior parte di noi presuppone che la buona performance di un animale è anche legato al suo benessere. Ma se la preoccupazione per il benessere degli animali aumenta, allora deve cambiare il nostro punto di vista” ha detto Lister, il quale ritiene che la formazione veterinaria debba avere una maggiore attenzione per l’etica e per gli aspetti legali del benessere degli animali, fornendo ai veterinari migliori strumenti e conoscenze in proposito.
Secondo Lister, una delle più grandi sfide relative al benessere degli animali è che viene spesso argomentato da persone o consumatori che non sanno molto sui processi produttivi.
“I consumatori sono molto confusi sul loro cibo e questo sta causando confusione anche tra i produttori”.
Per esempio, la maggior parte dei consumatori britannici che nel 2011 hanno preso parte a uno studio dell’Institute of Global Distribution (IGD), sono stati sorpresi nell’apprendere che il tasso di mortalità dei polli nei capannoni era inferiore al 5%, mentre pensavano fosse tra il 30 e il 40%. La maggior parte di loro era anche contro la troncatura del becco, anche se questa pratica non è più applicata nel Regno Unito.
Educare i consumatori non solo li aiuterà ad essere più comprensivi nei confronti dell’industria avicola, ma darà loro una migliore comprensione delle implicazioni del costo.
“Migliorare il benessere degli animali, non significa necessariamente maggiori costi di produzione, ma tassi di carico inferiori avranno un impatto sui costi legati all’efficienza e alla produzione. Purtroppo gli studi hanno dimostrato più volte che la maggior parte dei produttori non è disposti a pagare un costo aggiuntivo” ha continuato Lister.
Si tratta quindi di una sfida sempre più pressante che il settore deve affrontare anche nell’ottica di una maggiore produzione di carne, in vista del previsto aumento di popolazione dei prossimi anni. Si prevede infatti che i produttori zootecnici dovrebbero raddoppiare la loro produzione con la stessa quantità di suolo disponibile.
Un’altra sfida legata al benessere degli animali è il modo in cui viene misurato. Lister ha spiegato che un animale selvatico non sta necessariamente meglio di un animale che, tenuto in cattività, ha abbastanza da mangiare e da bere ed è protetto dai predatori. Lo stesso vale per il free-range. “Chi decide se è meglio allevare gli animali in un ambiente pulito e protetto, o all’esterno dove sicuramente possono muoversi liberamente ma sono più esposti?”.
Lister ha spiegato che l’industria dovrebbe creare norme per aumentare la fiducia dei consumatori e trovare il modo per misurare i risultati di benessere. Lister ha fatto riferimento a studi che hanno cercato di misurare il benessere. Nel primo, è stata misurata la copertura delle piume nei pulcini e il loro comportamento, partendo dall’assunto che un buon piumaggio è indicativo di un buono stato di benessere. Questo studio ha anche cercato di capire se la perdita di piume era più importante della troncatura del becco. Nel secondo studio, è stato invece analizzato il numero di broiler inviato all’impianto di trasformazione e il motivo per il quale alcuni capi sono stati rifiutati.
Secondo Lister l’industria ha voluto per diventare più trasparente, e creare protocolli come il Farm Assurance Schemes per aumentare la fiducia dei consumatori: “Abbiamo bisogno di comunicare che ci prendiamo davvero cura dei nostri animali e che con le nostre rigorose norme di biosicurezza, non stiamo cercando di nasconderci, come è stato suggerito in passato”.
Fonte The Poultry Site (da Unaitalia) – 10 settembre 2015