Filippo Tosatto. Stasera riunione fondativa: quattro consiglieri berlusconiani e 2 «simpatizzanti» La nascita del gruppo costringerà Pdl, Lega e Pd a ridurre le spese del personale
Domani Forza Italia si costituirà in gruppo autonomo nel Consiglio del Veneto. La pattuglia di partenza dei berlusconiani – Leonardo Padrin, Remo Sernagiotto, Stefano Bendinelli e Mauro Mainardi – potrebbe allargarsi ad un 4+2: Moreno Teso è orientato ad aderire al gruppo misto ma guarda con simpatia alla nuova formazione, tanto che stasera parteciperà alla riunione fondativa in compagnia di un altro consigliere «oscillante» la cui identità, curiosamente, viene mantenuta riservata. Forti pressioni su Padrin perché rinunci alla scissione, ma la rotta è ormai tracciata: «È un atto di chiarezza, non una scelta conflittuale», commenta il padovano «molti amministratori e militanti mi hanno espresso sostegno, sto respirando un clima di passione e voglia di fare che si era smarrito, mi sento perfino ringiovanito», scherza. E poi puntualizza: «Sia chiaro che non siamo stati noi a rompere l’unità, sono loro che hanno deciso di seguire un’altra strada». L’allusione è ai seguaci di Angelino Alfano. Ieri hanno arruolato l’europarlamentare bellunese Antonio Cancian e in Regione contano una dozzina di consiglieri, con lo stato maggiore al gran completo: il numero due della giunta Marino Zorzato, il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato, quattro assessori su cinque, il capogruppo Dario Bond e il suo vice Piergiorgio Cortelazzo. Quest’ultimo non sembra turbato dalle novità in atto: «Prendiamo atto che la coalizione di maggioranza comprenderà un terzo polo destinato a rapportarsi con noi e con la Lega. Non prevedo scossoni per l’esecutivo, abbiamo un patto di lealtà con l’elettorato che esclude operazioni di rimpasto con il bilancino». In effetti, qualche frizione è prevedibile, facile pronosticare che i forzisti con incarichi istituzionali (Padrin e Bendinelli presidenti delle commissioni Sanità e Agricoltura, Sernagiotto assessore all’Assistenza) saranno vigilati speciali. L’aspetto più delicato, però, riguarda la redistribuzione delle risorse finanziarie (3 milioni complessivi su base annua) determinata dalla nascita dell’undicesimo gruppo in aula: «Non ci sarà alcun costo aggiuntivo, la torta resta invariata e le fette saranno più sottili», fa sapere Ruffato. A farne le spese saranno le compagini maggiori: Lega, Nuovo centrodestra e Pd, costretti a sforbiciare il budget per garantire ai forzisti la quota di spettanza per il personale del gruppo – 250 mila euro, secondo stime provvisorie – circostanza che imporrà loro una riduzione dei collaboratori. Ma anche il partito del Cavaliere ha i suoi grattacapi. Chi sarà il coordinatore veneto? È circolata la candidatura di Marco Marin – leader del centrodestra a Padova – ma Giancarlo Galan, dai ghiacci dell’Antartide dove si trova, avrebbe opposto il veto. La sede regionale, disdetto il contratto d’affitto, resta malinconicamente chiusa: Ncd vorrebbe riaprirla e così Giorgio Carollo segretario organizzativo forzista in pectore. Chissà se si arriverà a un’asta.
Il Mattino di Padova, 21 novembre 2013