Ecco il nuovo Consiglio superiore di Sanità: più snello, per metà al femminile. Le critiche: resta un monocolore universitario
Molte le novità che contraddistinguono il nuovo Consiglio superiore di sanità. Sui 30 membri di nomina del Ministro 14 sono donne. Nel precedente Consiglio le donne erano 3 su 40 membri, vale a dire il 7,5%, adesso sfiorano il 50%. Sei membri su dieci sono di nuova nomina. E il numero dei componenti si contrae del 25%: 10 in meno. Lorenzin: “Una nuova composizione più snella”. Profili illustri e alta competenza nelle discipline di interesse sanitario. Con una forte componente femminile. E in versione più snella. Sono queste le caratteristiche del nuovo Consiglio Superiore di Sanità i cui componenti sono stati nominati oggi con decreto ministeriale dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Un Css in versione ridotta.
Come stabilito dall’articolo 27 del Decreto Legge n. 90 del 24 giugno 2014 i componenti non di diritto sono passati da 40 a 30. Una contrazione del 25%.
Molte le novità che contraddistinguono il nuovo Css. Innanzitutto vi è una massiccia presenza femminile: sui 30 membri di nomina del Ministro 14 sono donne. Nel precedente Consiglio le donne erano 3 su 40 membri, vale a dire il 7,5%, adesso sfiorano il 50%. Rispetto al precedente Consiglio il 60% dei componenti è di nuova nomina. I componenti non di diritto rimarranno in carica tre anni a decorrere dalla data di insediamento.
“Ho voluto dare un segno concreto di rinnovamento: 18 componenti su 30 del Consiglio Superiore di sanità sono di nuova nomina; foltissima è la rappresentanza femminile, la metà, come mai prima di oggi – ha detto Beatrice Lorenzin – I componenti sono stati individuati e nominati in base alla loro altissima professionalità e alle competenze specifiche, riconosciute anche a livello internazionale, nelle diverse discipline di interesse per la sanità pubblica italiana. Ho voluto esaminare personalmente più 100 curricula prima decidere. Il Consiglio è un organo scientifico consultivo fondamentale per il Ministro della salute e sono sicura che nella nuova composizione più snella sarà in grado di garantire oltre all’altissimo valore scientifico anche pareri in tempi rapidi, necessari per le decisioni dell’organo di Governo”.
Ma le critiche non si sono fatte attendere, soprattutto per la massiccia presenza di esperti del mondo universitario. Il nuovo Consiglio Superiore di Sanità tradisce, a parere dell’Anaao Assomed, una “coazione a ripetere” del Ministro Lorenzin. “La composizione del Css continua a rimanere un monocolore universitario, come a dire che tra i 100.000 medici dipendenti del Ssn, di cui 40.000 donne, quasi nessuno può vantare il ‘profilo illustre e l’alta competenza’ che il ministro cercava”. “Un organo consultivo del Ministro della Salute si identifica, così, in una istituzione di un altro Ministero. Una palmare dichiarazione di sfiducia nei confronti del patrimonio professionale del Ssn, se non una sua delegittimazione” prosegue la nota del sindacato.
Di seguito la nuova composizione del Consiglio superiore di sanità:
1) Maria Pia AMATO Professore associato in Neurologia- Dipartimento NEUROFARBA, Sezione Neuroscienze, Università degli studi di Firenze
2) Rocco BELLANTONE Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – Professore ordinario di chirurgia generale- Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Endocrina e Metabolica del Policlinico A. Gemelli di Roma
3) Placido BRAMANTI Professore ordinario di Scienze Tecniche Mediche Applicate presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali dell’Università degli Studi di Messina- Direttore scientifico IRCCS Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” di Messina
4) Adelfio Elio CARDINALE Professore emerito di Radiologia presso l’Università degli Studi di Palermo
5) Luciano CAVALLO Professore ordinario di Pediatria della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari – Direttore della Clinica Pediatrica “B. Trambusti” dell’Università degli Studi di Bari
6) Anna CLERICO Professore associato di Pediatria – Responsabile UOC di Oncoematologia Pediatrica del Policlicnico Umberto I di Roma
7) Antonio COLOMBO Attending Cardiologist, Stamford Medical Hospital, Stamford, CT, USA- Visiting Professor of Medicine, Columbia University Hospital, New York, USA – Professor of Clinical Medicine, New York University, New York, USA- Primario Emodinamica e Cardiologia Interventistica, Ospedale S. Raffaele di Milano
8) Bruno DALLA PICCOLA Direttore scientifico dell’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù- IRCCS di Roma
9) Ornella DELLA CASA ALBERIGHI Farmacologo clinico per il Centro studi della Società Italiana di Reumatologia (SIR)- Dirigente medico presso la Direzione scientifica dell’Istituto “G. Gaslini” di Genova per il Servizio di Farmacologia Clinica e Ufficio sperimentazioni cliniche in pediatria
10) Elisabetta DEJANA Professore ordinario di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze biomolecolari e biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano- Responsabile del programma di Angiogenesi presso l’IFOM- Istituto FIRC (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) di Oncologia Molecolare di Milano
11) Gabriella FABBROCINI Professore associato di malattie veneree e cutanee del Dipartimento di medicina clinica e chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
12) Napoleone FERRARA Distinguished Professor of Pathology, University of California, San Diego Senior Deputy Director for Basic Sciences, UC San Diego Moores Cancer Center
13) Silvio GARATTINI Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, Milano
14) Adriana IANIERI Professore ordinario in Ispezione ed Igiene degli alimenti di origine animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Parma
15) Andrea LENZI Professore ordinario di Endocrinologia, Direttore della Sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia del Dipartimento Medicina Sperimentale presso la “Sapienza” Università di Roma- Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN)
16) Antonio MANTOVANI Professore ordinario di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Milano e Direttore Scientifico dell’Istituto “Humanitas” di Milano
17) Mauro MARCHIONNI Professore emerito di Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università degli Studi di Firenze
18) Giuseppe NOVELLI Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma “Tor Vergata”- Professore Ordinario di Genetica Medica
19) Anna Teresa PALAMARA Professore ordinario di Microbiologia presso la Facoltà di Farmacia e Medicina- Coordinatore della Sezione di Microbiologia del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, “Sapienza” Università di Roma
20) Gloria PELIZZO Direttore della SC Chirurgia Pediatrica, Dipartimento Materno – Infantile, Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia
21) Eleonora PORCU Responsabile Centro Sterilità Procreazione Medica Assistita presso l’Università di Bologna – Policlinico S. Orsola-Malpighi- Ricercatore universitario confermato presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli Studi di Bologna
22) Manuela RONCELLA Direttore del Centro Clinico di Senologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana- Docente di Chirurgia dei tumori femminili e chirurgia plastica presso l’Università di Pisa
23) Anna SAPINO Professore ordinario di Anatomia Patologica presso l’Università degli Studi di Torino- Direttore della Struttura Complessa di Anatomia Patologica e Citologica da Screening presso A.O.U Città della Salute e della Scienza di Torino
24) Giovanni SCAMBIA Professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma- Direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna, della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico A. Gemelli di Roma
25) Giuseppe SEGRETO Medico di medicina generale – Presidente della società medico-chirurgica Eracleo -Selinuntina
26) Roberta SILIQUINI Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Torino – Vice Direttore Vicario del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino
27) Mario STIRPE Presidente IRCCS “Fondazione G.B. Bietti” di Roma per lo studio e la ricerca in Oftalmologia – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
28) Marcella TROMBETTA Professore ordinario di Fondamenti Chimici delle Tecnologie, titolare della Cattedra di Chimica della Facoltà di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – Direttore dei Laboratori di Chimica per l’Ingegneria e di Ingegneria Tissutale del CIR- Centro Integrato di Ricerca, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma appartenenti al PRABB- Polo di Ricerca Avanzato in Biomedicina e Bioingegneria operante nel Parco Tecnologico della Regione Lazio
29) Raffaele TUCCILLO Referendario del TAR Calabria, sede di Catanzaro
30) Vittorina ZAGONEL Direttore del Dipartimento di Oncologia Clinica Sperimentale, IOV, IRCSS, Padova
Fanno altresì parte del Consiglio superiore di sanità i 26 componenti di diritto di cui all’art. 7, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 44.
IL COMMENTO. Lorenzin indietro tutta. Dopo dieci mesi azzera e rifà il suo Consiglio Superiore. Dentro vecchie glorie. Dubbi sulla pretesa efficienza
di Thomas Mackinson da il Fatto quotidiano. I membri passano da 40 a 30, dentro vecchie glorie e molte donne. L’operazione è motivata dal risparmio, ma nessuno sa quanto costava quello vecchio. Dubbi sulla pretesa “efficienza”: l’ennesimo valzer di poltrone rischia di limitare l’indipendenza dell’organismo che vigila il ministero stesso. E in Parlamento parte l’indagine conoscitiva sul grande risiko sanitario
“Ho voluto dare un segnale concreto di rinnovamento”. Il Ministro Lorenzin annuncia così il decreto di nomina dei 30 componenti del nuovo Consiglio superiore di Sanità (leggi i nomi), altro tassello chiave che ha deciso di sostituire nel risiko di poltrone che ha avviato all’interno della sua macchina burocratica. Dopo il commissariamento dell’Istituto Superiore, la sostituzione dei vertici e l’annunciata riforma di Agenas e Aifa, il ministro giovedì sera ha chiuso anche la lista dei nuovi componenti del CSS che lei stessa aveva nominato meno di un anno fa. Dovevano rimanere in carica tre anni. Dopo dieci mesi soltanto li ha fatti decadere per nominarne di nuovi. Che poi così nuovi, a ben vedere, non sono.
Il rinnovamento si ferma però subito alla targa di Adelfio Elio Cardinale, che andrà solo sbianchettata perché del vecchio Consiglio era il vicepresidente: professore emerito di Radiologia presso l’università degli studi di Palermo, già sottosegretario del governo Monti, marito di Annamaria Palma, già capo di Gabinetto di Schifani al tempo della sua presidenza del Senato. Il suo nome era finito nell’inchiesta barese su concorsi truccati (posizione stralciata a maggio). Oppure alla targa di Mario Stirpe, classe 1936, oftalmico presidente di una fondazione privata che nella Prima e Seconda Repubblica ha scrutato le pupille dei potenti. Le ultime note sono quelle di Silvio Berlusconi al quale ha diagnosticato la famosa uveite (insieme ad Alberto Zangrillo, che invece non è stato confermato).
A scorrere l’elenco rinnovato, sono ben 12 i consiglieri che sedevano già in quello vecchio. Un terzo del totale. Oltre a Cardinale e Stirpe, il preside dell’Università Cattolica del Sacro cuore Rocco Bellantone, il biomedico Placido Bramanti, il farmacologo Silvio Garattini, l’endocrinologo Andrea Lenzi, il ginecologo Mauro Marchionni, il genetista Giusppe Novelli. Altri esperti riconfermati sono Anna Teresa Palamara, Eleonora Porcu, Giovanni Scambia e Giuseppe Segreto. Insomma, un terzo di rinnovamento non è pervenuto. Gli altri 18 consiglieri sono invece ingressi nuovi a tutti gli effetti.
Aldilà dei nomi, molti davvero emeriti e altri magari meno, è assai difficile decodificare l’intera operazione. A partire dalle sue reali motivazioni. Quelle ufficiali sarebbero legate a esigenze di risparmio ed efficienza che dovrebbero via via investire tutti gli enti vigilati e di ricerca. Il nuovo CSS è infatti composto da 30 membri anziché 40, come stabilito nel decreto di riforma della Pa approvato il 24 giugno scorso. “Perché è vero che gli incarichi sono ricoperti a titolo gratuito – fanno notare al ministero – ma i rimborsi spesa per le trasferte sono a carico dell’amministrazione centrale”. Sul punto – che è stato poi l’ingranaggio su cui si è avvitata l’operazione dandole carattere di necessità – regna una certa approssimazione: ancora giovedì sera, a lista ormai definita, né il capo di Gabinetto né l’addetto stampa del ministro, contattati in serata, hanno saputo riferire un qualsiasi dato sui costi effettivi del vecchio Consiglio. Si sono limitati a ipotizzare che la riduzione del 25% dei consiglieri avrà pari riflesso sul bilancio del Ministero. Ma rispetto a quali costi, resta un insondabile mistero.
L’altro argomento forte è che la riduzione darebbe una maggiore agilità alle cinque sezioni che, perdendo due membri ciascuna, “potranno essere convocate più agevolmente, elaborare e deliberare pareri senza ritardi, come avvenuto invece con la vicenda Avastin-Lucentis, per la quale sono occorsi due mesi prima di avere una risposta ai quesiti posti dal ministro”, dice Chiné. Confermando così, involontariamente, i sospetti sollevati da diversi consiglieri in uscita sui reali motivi dell’azzeramento. “E’ evidente che ha voluto eliminare i consiglieri meno allineati per ridurre l’organismo a una piccola corte adorante a mezzo servizio. La Lorenzin si è fatto il suo consiglio”, ragiona qualcuno degli “ex”, ipotizzando una spiegazione meno benevola al repentino giro di poltrone. In effetti la questione è assai delicata: il Consiglio Superiore di Sanità è un pilastro del sistema sanitario, esercita una capacità d’influenza sugli indirizzi di salute pubblica e – di riflesso – su quei 110 miliardi euro di spesa sanitaria che valgono dal 6 all’8% del Pil. E’ poi l’ultimo organo tecnico-consultivo indipendente dal governo, con compiti di controllo sullo stesso Ministero. Per questo ogni intervento è guardato con attenzione, se non con sospetto.
Per capire se con ragione toccherà allora sapere qualcosa di più dei profili, delle relazioni e delle aderenze di ciascuno dei consiglieri. Impresa in cui si cimenteranno però in pochi. Nei prossimi giorni, molto probabilmente, l’attenzione sarà catalizzata da alcune scelte di metodo (più che di merito) che sembrano studiate a tavolino per legittimare l’operazione come una ventata di novità, e dunque necessaria. Su tutte la parità di genere, perfetta per fare “titolo”, che la Lorenzin rivendicherà come cifra distintiva del nuovo Consiglio. Ed è vero: si passa da 3 donne su 40 uomini a un consiglio in cui quasi la metà sono donne. E nessuno ricorderà più che sia il primo che il secondo, infondo, sono figli dello stesso ministro. Convertito, con un anno di ritardo, alle quote rosa.
Altra motivazione addotta era “evitare doppioni” a scapito di specializzazioni non rappresentate. Anche qui, a ben vedere, l’esito si dimostra poco coerente con la premessa: quattro consiglieri sono tutti riferibili all’area pediatrica mentre delle nuove specializzazioni si ha traccia nella sola figura del consigliere giuridico, che prima non c’era. Sempre in tema di efficienza, nell’elenco compare un nome di grande prestigio nella comunità scientifica internazionale. Antonio Colombo, primario di cardiologia che fa la spola tra Milano (San Raffaele) e New York, dove insegna medicina in due istituti. Difficile pensare possa imprimere efficienza da latitudini tanto distanti. E se dalla Grande Mela dovrà arrivare a Roma per una riunione, chi pagherà il biglietto? Come spiegare che solo quel volo si mangerà buona parte dei famosi (e ignoti) risparmi?
Innegabile, infine, una certa “tutela” delle università romane, con quasi un terzo delle nomine che non escono dal perimetro della Capitale. “Dietro a queste scelte si intravvede la mano di un ex dirigente regionale di partito”, accusa chi segue da sempre i lavori del CSS. “Il nuovo Consiglio sembra una succursale della commissione Lazio, ma così si indebolisce il criterio della rappresentanza territoriale di un organismo che per legge è nazionale. Alla fine un terzo dei nuovi membri risiede e lavora dentro il raccordo anulare”. Comunque sia è fatta, e già si parla dei prossimi avvicendamenti. Un dato però inizia a emergere: il processo solitario di ridefinizione dei vertiti della Sanità e gli spazi di manovra che la Lorenzin si sta prendendo nel ridisegnarla sono ormai tali da destare preoccupazione anche in Parlamento. La Commissione Affari Sociali della Camera, infatti, ha avviato un’indagine conoscitiva in merito alla riforma degli altri enti (ISS, Agenas e Aifa) che già si intravvedono all’orizzonte.
Tratto da Quotidiano sanità e Il Fatto quotidiano – 26 luglio 2014