Luisa Nicoli. Si è conclusa la seconda fase dei campionamenti, con esame del sangue, di oltre una cinquantina di cittadini di Brendola, Lonigo e Sarego sottoposti al prelievo nell’ambito dei biomonitoraggi definiti dalla Regione Veneto, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità, nelle zone colpite dal fenomeno dell’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche.
Si tratta della fase che segue e completa quella che ha interessato la popolazione dei tré comuni e di Montecchio eseguita mesi fa. Quest’ultima invece ha interessato allevatori o comunque persone operanti in aziende agricole o zootecniche che utilizzano acqua da pozzi privati e quindi ipoteti camente sottoposti ad un maggiore rischio di contaminazione da pfas. «Avrebbero dovuto essere quasi un centinaio le persone sottoposte al monitoraggio spiega il direttore dello Spisal dellülss 5 Ovest Vicentino Adolfo Fiorio – ma non siamo riusciti a raggiungere quel numero. Il motivo è perché non c’era la disponibilità. Sono aumentati, infatti, i parametri di selezione; erano richiesti maschi e femmine di tré fasce d’età, comprese tra i 20-29 anni, 30-39 e 40-49, residenti sul territorio da almeno 10 anni, e questo ha ridotto il numero di persone residenti da poter sottoporre aB’esame del sangue. Anche perché nel caso degli agricoltori si tratta soprattutto di persone anziane, eh e superavano l’età indicata. Così la Regione ha deciso di completa re il campionamento ricavando altri dati in provincia di Verona». L’Ulss 5 ha quindi contattato l’Istituto Superiore di Sanità nei giorni scorsi per l’invio degli esami eseguiti che saranno sottoposti ai controlli previsti, in attesa di conoscere i risultati. «Per quanto riguarda invece i campionamenti annunciati negli ultimi mesi, dopo i primi risultati, non abbiamo ancora ricevuto alcuna indicazione – conclude il dott. Fiorio – all’Istituto Superiore di Sanità è stato commissionato anche un ulteriore studio sugli alimenti che però non è ancora stato prodotto».
Il Giornale di Vicenza – 2 agoato 2016