Corpo forestale. Dopo il via libera alla soppressione da parte del Consiglio di Stato i sindacati promettono battaglia. “Aberrante, la lotta continuerà senza sosta”
“Siamo delusi, ma non molliamo. Il parere del Consiglio di Stato sullo schema di decreto legislativo che sancirà la fine del Corpo forestale è una sorta di mostro giuridico che deve aprire gli occhi a tutti perché, addirittura, mette in discussione la legge di riforma 121 del 1981 e apre alla possibilità di militarizzare non solo noi, ma anche il personale delle altre forze dell’ordine ad ordinamento civile”. E’ questo il commento di Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, il primo sindacato per numero di iscritti del Corpo forestale dello Stato.
“La Commissione incaricata di redigere questo assurdo parere – spiega Moroni – dice, in buona sostanza, che possiamo essere militarizzati in virtù del fatto che abbiamo fatto un giuramento alla Repubblica italiana. Ma stiamo scherzando? Non solo. Il parere sostiene pure che all’interno del comparto sicurezza siamo tutti uguali, sia civili che militari, che occorre ragionare per ambiti di competenza e non più per status giuridico, che addirittura vi sarebbe un amplissimo margine per i forestali per rifiutare di diventare carabinieri ed essere trasferiti ad altra amministrazione, salvo poi suggerire un contingentamento dei posti”.
“D’altro canto – conclude il leader del Sapaf – il Governo deve prendere atto del monito del Consiglio di Stato che invita ad allungare i tempi di emanazione del decreto per correggere ed integrare alcuni aspetti ritenuti di complessa attuazione o da rivedere. Questo testo, viste le numerose inesattezze e assurdità presenti, amplia in ogni caso le nostre possibilità di ricorso. Faremo di tutto e anche il Presidente della Repubblica dovrà ascoltarci per evitare questo massacro contro le donne e degli uomini del Corpo forestale dello Stato la cui unica colpa è quella di aver sempre tutelato la natura e l’ambiente senza condizionamenti politici”.
“Siamo rimasti esterrefatti nel leggere il parere reso dal Consiglio di Stato sullo schema di decreto legislativo che sancirà la fine del Corpo Forestale dello Stato e la militarizzazione del personale e delle funzioni di polizia ambientale ed agroalimentare, ma la nostra battaglia non si fermerà, non arretreremo di un millimetro” A dichiararlo il Segretario generale dell’Unione Generale Lavoratori Corpo Forestale dello Stato Danilo Scipio.
“E’ veramente fastidiosa la nonchalance con la quale la Commissione incaricata di redigere il parere sostiene che all’interno del comparto sicurezza non vi siano differenze, tra civili e militari, che occorre ragionare per ambiti di competenza e non più per status giuridico, che vi è un amplissimo margine per gli appartenenti al Corpo forestale per rifiutare l’accesso all’Arma ed essere trasferiti ad altra Amministrazione civile per poi suggerire di introdurre un contingentamento ferreo dei posti. Gli effetti della nomina del nuovo Presidente del Consiglio di Stato e l’invito alla massima collaborazione con il Governo rivolto dal Ministro Boschi durante la cerimonia di insediamento sono assolutamente evidenti: si sono cercate le pagliuzze nel provvedimento sorvolando sulle pesanti travi che stanno violentando la costituzione ed i diritti di lavoratori che hanno sempre servito il Paese con amore, dedizione e professionalità”.
“Non ci aspettavamo nulla di diverso nella sostanza del parere, ma la fantasia utilizzata per giustificare l’operato del governo ha superato anche la più fervida immaginazione. Auspichiamo che il Presidente della Repubblica intervenga per porre fine al massacro delle Donne e degli Uomini del Corpo Forestale dello Stato, la cui unica colpa è quella di aver sempre tutelato la natura e l’ambiente senza condizionamenti politici. Proseguiremo la nostra battaglia contro la militarizzazione utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, dagli scioperi alle manifestazioni, sino ad arrivare al contenzioso legale innanzi alla Corte di Giustizia Europea”.
Qn – 16 maggio 2016