Corte di giustizia Ue. La “desinewed meat” lavorata a basse pressioni va indicata come “carne separata meccanicamente”
Fine del conflitto tra Fsa e Commissione Ue: anche per la Corte di Giustizia è “carne separata meccanicamente”. Effetti per produzioni tedesche, olandesi, ungheresi e maggiore difesa delle produzioni “di vera carne”. Negli anni’90 e fino ad aprile 2012, in tutto il Regno unito, si poteva trovare carne “desinewed” (DSM), ovvero con ossa e tendini rimossi a basse pressioni, ma senza una adeguata etichettatura come ingrediente autonomo. La carne così ottenuta si rifletteva infatti in un semplice “carne” nella lista degli ingredienti. Ma in questi giorni la Corte di Giustizia UE sancisce definitivamente l’impossibilità di tale pratica. La carne deve essere indicata a tutti gli effetti in etichetta come “carne separata meccanicamente” (MSM), conformemente alle richieste peraltro della normativa UE 1169/2011. Fine degli inganni ai consumatori.
Un grosso fraintendimento
In principio, sembra esserci stato una sorta di fraintendimento “cumulativo” che aveva portato a interpretazioni diverse delle stesse norme europee prima, e ad un acceso scontro tra Autorità inglesi e Commissione Europea poi.
Per il reg. (UC) 853/2004 infatti, la carne è da considerarsi separata meccanicamente soltanto se avviene la perdita o modifica delle fibre muscolari. In questo caso, la carne è considerata “Mechanically Separated Meat ” (sezione V, Allegato III). Il processo di ottenimento della carne in tal senso prevede alte pressioni per arrivare ad una estrusione dei pezzi di carne.
Ma come va classificata la carne ottenuta a pressioni più basse, con tecniche che non danneggino la fibra muscolare, lasciandone le sembianze del muscolo intero? Tale processo, in vigore nell’industria britannica da almeno un paio di decenni, sembrava scontare un vuoto normativo.
Una risposta nel tempo – con relativa linea guida per gli operatori del settore alimentare – era venuta dalla Food Standard Agency (FSA), che infatti definiva la “Desinewed meat” (così si chiamata la carne ottenuta da tale processo più delicato) come categoria a parte, al di fuori anche dei “meat product” in quanto non era avvenuta una alterazione sostanziale del prodotto. La carne era carne, punto.
Ma tale interpretazione andava contro il volere di Bruxelles. Le regole inglesi permettevano di vendere carne a basso prezzo, spacciandola magari per muscolo o giocando sull’inconsapevolezza dei consumatori. In Europa la carne separata meccanicamente non è poi consentita come processo estrattivo su ruminanti (bovini e ovicaprini) dal 2001, per le note misure precauzionali da BSE.
Così la Commissione Europea, dal 2012 (tramite le indagini del Food Veterinary Office in suolo britannico), ha considerato la DSM pari alla MSM, chiedendo una apposita etichettatura nel prodotto finito (“prodotto ottenuto da carne separata meccanicamente”) per la carne suina e di pollame; e proibendola del tutto per ruminanti (bovini e ovicaprini). Era seguita la minaccia della Commissione di restringere le importazioni europee di carne bovina inglese in mancanza di un adeguamento.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 21 ottobre 2014