Nell’incontro del 25 settembre presso il ministero della Funzione Pubblica il Ministro Patroni Griffi ha voluto ricordare che l’accordo del 3 maggio 2012, anche se non ha prodotto una legge delega per la riforma del pubblico impiego, resta un impegno per il Governo.
In particolare il ministro si è dichiarato disponibile a varare dei tavoli di confronto con le Confederazioni sindacali finalizzati:
– Nel breve periodo ad un atto di indirizzo all’ARAN per un accordo quadro per regolarizzare i contratti a tempo determinato nella pubblica amministrazione con particolare riguardo alla proroga dei contratti a tempo determinato e all’intervallo che devono avere i contratti a termine.
– In tempi successivi andrà affrontato il problema delle nuove relazioni sindacali alla luce delle nuove prerogative su esame congiunto, informativa e trasparenza nonché un possibile accordo quadro sui criteri di mobilità.
– Previsto infine un tavolo “politico” sul precariato in generale.
Il Ministro ha premesso che tali atti di indirizzo andranno concordati con i rappresentanti delle Regioni e degli enti locali (ieri assenti).
Nel dibattito la COSMeD, come molte altre confederazioni, ha lamentato gli scarsissimi risultati prodotti dall’accordo del 3 maggio 2012, richiamando la necessità di fare subito ciò che è possibile fare.
Indispensabile, anziché rincorrere le esternazioni sull’articolo 18, varare dopo 10 anni quel decreto di applicazione della legge Biagi che deve chiarire e specificare quali forme di lavoro flessibili sono applicabili nel lavoro pubblico. Abbiamo ribadito la denuncia che la mancanza di questa norma ha prodotto nel pubblico impiego ed in particolare nella sanità, il proliferare indiscriminato di ogni forma di lavoro precario (rapporti di lavoro co.co.co e co.co. pro, contratti libero–professionali con partita IVA, rapporti convenzionati, borsisti e contrattisti a termine). Tale frammentazione del rapporto di lavoro a termine rende ancora più difficile il superamento del precariato. Ricordata la priorità assoluta delle tematiche del precariato e dell’accesso al lavoro.
E’ stata inoltre ribadita la necessità di un iniziativa tesa a superare, nel senso peraltro auspicato dalla stessa conferenza Stato–Regioni, le rigidità della legge 150/09 in materia di aree contrattuali che fissando a soli 4 comparti e aree impedisce di fatto la riapertura della stagione contrattuale, negando il riconoscimento di un area distinta per la dirigenza sanitaria del SSN.
Condivisibile infine l’apertura di un tavolo sui criteri per la mobilità che assume sempre più spesso connotazioni selvagge e la necessità di adeguare le relazioni sindacali all’accordo del 3 maggio. Dopo un accordo siglato e 4 incontri occorre passare ad una fase operativa se si vuole dimostrare credibilità ed interrompere un circuito persecutorio nei confronti dei dirigenti e dei dipendenti del servizio pubblico, recentemente utilizzati come un bancomat in funzione di operazioni finanziarie, senza riguardo per l’occupazione e per i servizi resi ai cittadini.
Attendiamo risposte.
La delegazione COSMeD – 27 settembre 2012