Crisi, si spende di meno per mangiare
Più vuoto il carrello della spesa. Tengono solo le offerte promozionali
Si svuota il carrello della spesa delle famiglie lombarde. Secondo gli ultimi dati diffusi ieri dall’Osservatorio Regionale Esclusione Sociale in Lombardia elaborati su base Nielsen, nell’ultimo quadrimestre del 2010 gli acquisti di generi alimentari nella grande distribuzione sono calati del 7,6 per cento rispetto al trimestre precedente. Un dato che colpisce, considerato il periodo che comprende le festività natalizie. Se si paragona la cifra rispetto allo stesso trimestre del 2009 si nota però come i consumi siano saliti dell’1,3 per cento e come la spesa dei lombardi (279,8 euro a Milano e nel resto della Regione) sia notevolmente più alta rispetto al resto d’Italia (134,4 euro). Importante per Giancarlo Rovati, docente di Sociologia della Cattolica, è il periodo di rilevamento. «Il trimestre settembre-dicembre è un momento di grandi spese. Dopo le vacanze estive le famiglie devono far fronte a versamenti straordinari, come il conguaglio di tasse e mutui. E ciò comporta una contrazione della spesa alimentare».
Ad andare forte nel carrello sono le offerte promozionali. Oltre un quinto della spesa al supermercato è destinato a questa tipologia. Tre per due, sconti, tessere a punti: il valore lombardo (23,1 per cento) di questo indicatore è più elevato rispetto alla media nazionale (22,2 per cento). Minor quantità non significa necessariamente minor qualità. Nel carrello aumentano così i prodotti tipici provenienti da ogni regione, i cibi biologici e senza glutine. Ma non solo. La frutta tagliata a pezzi sale del 10 per cento, i piatti pronti del 13, le carni già preparate del 28, i surgelati vegetali del 12, mentre le minestre precotte addirittura del 28. «Il consumo di alimenti già pronti (notoriamente più costosi) è salito di 0,7 punti percentuali», spiega Luca Pesenti, direttore di Ores. Che tradotto significa: «Il calo dei consumi è legato a un’azione di risparmio cautelativo piuttosto che da effettive condizioni di disagio economico diffuso».
Più pessimista Marco Donzelli, presidente del Codacons. «Si incomincia tagliando gli sprechi, ma poi si finisce per scendere sotto la soglia di sopravvivenza. Dal 2007 a oggi le famiglie mangiano l’8,8 per cento di cibo in meno». Su una tendenza però tutti concordano: «Non si tornerà ai livelli precedenti la crisi». Nonostante i segnali di miglioramento tutti adottano strategie di acquisto più oculate. «Rispetto al passato i consumatori cambiano molto più velocemente punto vendita se si accorgono che conviene e l’85 per cento di loro controlla attentamente i prezzi», continua Pesenti. Interessante poi anche notare come si stia assistendo a una polarizzazione dei consumi. «Le famiglie che si orientavano verso prezzi di fascia medio alta hanno consolidato le proprie abitudini e lo stesso ha fatto chi preferiva il primo prezzo», sottolinea Nicola De Carne di Nielsen. Che aggiunge: «Questa tendenza si è accentuata nel corso dell’ultimo trimestre e la fascia di prezzo medio si è ulteriormente assottigliata».
Corriere.it- 9 marzo 2011