È rimasto senza parole, qualche mattina fa, un parrucchiere del centro, quando tra la posta in arrivo ha visto una busta con l’intestazione Usl 16. Tutto pensava di trovarci, magari l’invito a uno screening o a una campagna vaccinale, ma non certo un conto di 2100 euro da saldare entro 60 giorni. Pena la notifica, da parte dell’azienda sanitaria, di un’ordinanza-ingiunzione di pagamento della sanzione massima, corrispondente cioè al triplo dell’importo indicato e il cui recupero può avvenire attraverso Equitalia.
Il «salasso» non è altro che il ticket accumulato dall’artigiano (1200 euro) e dalla moglie (900) per le prestazioni ricevute nel 2011, anno per il quale entrambi si sono dichiarati in possesso dei requisiti per l’esenzione. In realtà insussistenti.
Con la stessa motivazione una comunicazione è arrivata a 3490 padovani, colpevoli di dichiarazione mendace per gli anni 2011 e 2012, per un totale di 960 mila euro di ticket evaso. Di questa somma, 800 mila euro sono già stati recuperati. L’Usl 16 vanta il maggior numero di contestazioni del Veneto perché raccoglie anche quelle relative a prestazioni specialistiche non pagate in Azienda ospedaliera, all’Istituto oncologico veneto e nel privato accreditato. Tutto nasce dagli elenchi di veneti esenti (senza averne titolo) per reddito, disoccupazione ed età inviati alle Usl dalla Regione. I tecnici di Palazzo Balbi hanno controllato i redditi 2010, lo status di disoccupazione e di pensione degli utenti autocertificati nel 2011 e ha mandato alle aziende sanitarie l’esito della verifica, chiedendo di applicare la sanzione amministrativa prevista. E cioè l’importo derivante dalla somma dei ticket più la quota fissa (i 5 o 10 euro per la specialistica, a seconda del reddito) di tutte le prestazioni di cui si è usufruito. In pratica gli assistiti devono pagare il doppio di quanto avrebbero versato se avessero onorato subito l’imposta. «Nel 2014 e nel 2015 abbiamo avviato il recupero degli importi evasi dai soggetti inclusi negli elenchi inviati dalla Regione a giugno 2013 — conferma Daniela Carraro, direttore amministrativo dell’Usl 16 —. Si tratta di utenti che hanno rilasciato un’autocertificazione di esenzione per motivi socio-economici non veritiera. Non sono però tutti furbetti, possono essere interessati anche cittadini il cui reddito è cambiato o che non sono più disoccupati ma non hanno avuto l’accortezza di comunicarlo. Siccome a fine marzo arriva il nuovo report della Regione relativo agli anni 2013, 2014 e 2015, consiglio agli esenti di controllare se siano ancora in possesso dei requisiti richiesti e, in caso contrario, di andare ai nostri sportelli per rivedere la propria posizione. In modo da evitare sanzioni».
Contestualmente, anno per anno, ogni Usl recupera anche il ticket non pagato al Pronto soccorso o per mancata disdetta (da dare con 3/5 giorni di anticipo) di una visita saltata (in entrambi i casi si hanno 15 giorni di tempo dalla notifica per saldare, pena aggravio di interessi e spese amministrative) o per referti non ritirati (si paga comunque la prestazione per intero). Per crediti superiori ai 500 euro il pagamento è rateizzabile fino a sei rate. Prima che arrivi Equitalia.
Michela Nicolussi Moro Il Corriere del Veneto – 9 febbraio 2016