La cooperazione modello Expo: «Non vogliamo essere quelli che vanno a dare sostegno nei Paesi in via di sviluppo, come molte organizzazioni già fanno egregiamente. Abbiamo invece scelto di offrire loro una vetrina internazionale per mostrare cosa sanno fare».
Il commissario straordinario di Expo, Giuseppe Sala, è a Bergamo dove più di 72 Paesi di cinque continenti hanno inviato 200 delegati che da ieri sono riuniti per il primo meeting di lavoro dedicato ai cluster (gruppi, ndr ). Cluster è la parola magica che caratterizzerà l’esposizione milanese del 2015: per la prima volta nella storia delle Expo, accanto ai padiglioni dei Paesi che hanno soldi e risorse da investire per presentarsi in proprio, non ci saranno raggruppamenti di nazioni sulla base della loro collocazione geografica. Si partirà invece da un prodotto o da una filiera alimentare che li caratterizza (Caffè, Riso, Cacao, Cereali e tuberi, Frutta e legumi, Spezie) piuttosto che da temi specifici (il Biomediterraneo, le Isole, le Zone aride) per raccontare le storie di culture e colture.
Lo spunto è il tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita», l’obiettivo è proporre ai 20 milioni di turisti attesi per Expo un viaggio nella storia del cibo, guidati da piante, profumi e aromi. Dietro ad ogni cluster ci sono le ricerche di nove università, le sette milanesi oltre a quelle di Napoli e Venezia, che fanno da filo conduttore al percorso. I turisti vedranno come si arriva a fabbricare una tavoletta di cioccolato, scopriranno i benefici della quinoa, si perderanno fra gli aromi delle spezie delle Molucche, assaggeranno i caffè più raffinati del mondo e vedranno crescere, nei sei mesi dell’esposizione, le piantine di riso. Ogni cluster avrà una parte comune, con anche un mercato e una zona di ristoro, oltre agli spazi che i singoli Paesi potranno allestire per farsi conoscere. Illy, partner di Expo nel cluster del caffè, ha coinvolto il maestro Sebastião Salgado per ritmare la storia del prodotto, dal chicco verde alla tazzina, con immagini di donne e uomini e lavoro e fatica. Un’idea talmente efficace che Expo ha poi concluso una partnership con l’agenzia fotografica Magnum e la sua mandataria italiana Contrasto: così, le immagini di un grande fotografo illustreranno in ogni cluster la storia di quell’alimento.
A Bergamo vengono presentati i modellini dei vari cluster, verranno illustrati i progetti degli spazi comuni e ci si confronterà sui contenuti proposti dai singoli paesi. Expo crede molto a questo progetto, nel quale ha investito 70 milioni di euro (altri 30 verranno messi dai Paesi): «Ci sembra utile — insiste Sala — offrire ad alcune nazioni la possibilità di farsi conoscere e di mostrare le loro specificità e le loro competenze». Un modo per fare cooperazione, appunto: «L’altro giorno — conclude Sala — ho seguito la presentazione dell’ottimo progetto dei diecimila orti di Carlin Petrini e di Slow Food. Come loro, tante organizzazioni vanno in loco ad aiutare lo sviluppo dei Paesi: noi lo facciamo portandoli qui e presentandoli al mondo».
Saranno presenti anche alcuni grandi Paesi osservatori che, oltre ai propri padiglioni, costruiranno itinerari tematici anche all’interno dei cluster: il Giappone sarà negli spazi di Riso e Isole; l’Azerbaijan si racconterà con quello della frutta, l’Ecuador con il cacao. Colombia e Messico sono invece interessati a sviluppare sinergie con i Paesi dei cluster di caffè e cacao. Infine, lavoreranno cinque organizzazioni internazionali: Unione Europea, Nazioni Unite, la Comunità dei Paesi caraibici, il Pacific Island Forum e la South Pacific Tourism Organization, che promuove il turismo in 15 Paesi insulari del Sud Pacifico. Tutto il mondo in un cluster.
Intanto, ieri Expo ha firmato l’accordo con un marchio importante: Ferrero sarà all’Esposizione come Confectionery Specialties Official Partner. L’azienda dolciaria piemontese proporrà un progetto articolato, dal proprio impegno nel sociale alla storia della Nutella, che quest’anno compie 50 anni, accompagnando gli spettatori negli spazi più importanti dell’Expo.
Elisabetta Soglio – Corriere ella Sera – 20 febbraio 2014