Il Cdm ha approvato ieri il Documento di economia e finanza 2013. «Il graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari registratosi nell’area dell’euro nel 2012 – si legge nella nota – non si è ancora pienamente trasmesso all’economia reale ritardando la ripresa economica. In Italia la recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, si è protratta per tutto il 2012». Cala ancora nel 2012 la spesa sanitaria che passa dai 111,593 miliardi del 2011 ai 110,842 dello scorso anno riducendosi di 751 milioni (-0,7%). La riduzione dello 0,7% è dovuto all’andamento delle varie voci di spesa: -1,5% per il personale; -2% per la spesa per prestazioni da produttori market (-7,3% farmaceutica; -0,5% prestazioni ospedaliere, riabilitative, specialistiche, integrative; incremento solo dello 0,2% per la medicina di base); riduzione delle altre spese dell’1,3 per cento.
“Dopo la crisi di novembre 2011 – ha affermato il premier Mario Monti in conferenza stampa – il Def mostra che essa è superata. Il disavanzo è sotto il 3% e abbiamo centrato obiettivo di pareggio di bilancio strutturale come previsto dagli accordi con Europa. Dal mese di maggio speriamo Italia esca dalla lista con problemi di finanza pubblica e entri nei paesi virtuosi”. Monti ha poi spiegato come l’obiettivo sarà mantenere il pareggio di bilancio e ridurre il debito pubblico e poi segnala come da più parti “si invocano inversioni di rotta con iniezioni di denaro magari chiedendo più tempo all’Europa, invece bisogna mantenere diritta la barra della finanza pubblica perché solo riducendo il debito si potrà investire nuove risorse. Il rischio è che un po’ di ossigeno oggi possa far migliorare le cose per qualche mese col rischio di altre crisi dopo”. Poi Monti ha difeso anche le misure intraprese dal suo Governo nell’ultimo anno ribadendo come “abbiamo iniziato ad aggredire la crisi e oggi il Paese è più solido ma in condizione di grande sofferenza e ci vorrà del tempo per uscirne e lo si potrà fare solo proseguendo sulla linea delle riforme strutturali”. Le riforme attuate – si legge nel Def – garantiranno un aumento cumulato del PIL di 3,9% da qui al 2020 e fino a 6,9% nel lungo periodo.
Ma veniamo ai numeri. L’indebitamento a legislazione vigente netto si attesterà al 3% nel 2013. Il rapporto tra deficit e pil è previsto in calo al 2,9% nel 2014 e all’1,8% nel 2015. Il debito pubblico (a lordo dei sostegni alla Grecia e al fondo ESMS) salirà nel 2013 a quota al 130,4% in rapporto al Pil per poi iniziare a scendere dal 2014. Qui di seguito la tabella con tutti gli indicatori.
- Il focus sulla governance sanitaria
- Il comunicato di Palazzo Chigi con le tabelle del tendenziale
- Le slide di illustrazione del Def
- Def: programma di Stabilità dell’Italia
- Def: analisi e tendenze della Finanza Pubblica
- Def: programma nazionale di riforma
- Def: allegato 1
- Def: allegato 2
- Def: allegato 3
- Def: allegato 4
- Def: allegato 5
Def 2013: ecco le previsioni per la spesa sanitaria 2013-2017
La riduzione dello 0,7% che il Def, Documento di economia e finanze 2013 descrive è dovuto all’andamento delle varie voci di spesa: -1,5% per il personale; -2% per la spesa per prestazioni da produttori market (-7,3% farmaceutica; -0,5% prestazioni ospedaliere, riabilitative, specialistiche, integrative; incremento solo dello 0,2% per la medicina di base); riduzione delle altre spese dell’1,3 per cento.
Ma il Def 2013 nella sua versione finale pubblicata questa mattina sul sito del ministero dell’Economia, oltre a descrivere per la sanità, tra le riforme del Governo, nel dettaglio il decretone Balduzzi, fa anche previsioni di spesa per il 2013 e per il periodo 2014-2017.
Quest’annno, in sintesi, la spesa risalirà appena dello 0,2% e negli anni successivi dell’1,7% nel 2014, 2,1% nel 2015, 1,9% nel 2016 (quando comincia di nuovo una flessione) e 1,8% nel 2017.
Le previsioni 2013. L’aumento dello 0,2% previsto è legato ad alcune variazioni sulle singole voci di spesa.
Personale: si raggiungeranno i 36.758 milioni, senza variazioni sostanziali quindi rispetto al 2012 (+0,1%).
Consumi intermedi: la spesa prevista è di 29.346 milioni: -1,1% sul 2012. Questo per: una riduzione del 10% dei corrispettivi per l’acquisto di beni e servizi (con esclusione dei farmaci ospedalieri) e dei corrispondenti volumi d’acquisto per tutta la durata dei contratti già attivi, con la possibilità per le Regioni di adottare misure alternative di contenimento detta spesa; l‘obbligo, per le aziende sanitarie di rinegoziare con i fornitori i contratti per l‘acquisto di beni e servizi se i prezzi unitari sono superiori al 20% rispetto a quelli di riferimento; la fissazione del un tetto atta spesa per l’acquisto di dispositivi medici al 4,8%; la rideterminazione del tetto sulla spesa farmaceutica ospedaliera al 3,5% con la fissazione al 50% della quota di ripiano dello sfondamento del tetto a carico delle aziende farmaceutiche (payback).
Prestazioni acquistate da produttori market: il livello di spesa previsto è di 39.792 milioni, con una variazione rispetto al 2012 dello 0,5%. A livello dette singole componenti è prevista una riduzione del 4,6% della spesa farmaceutica (per l’incremento dello sconto a carico dei farmacisti e la rideterminazione del tetto della spesa territoriale all’11,35% con il payback in caso di superamento)
Medicina di base: è prevista una spesa di 6.748 milioni, con una variazione sul 2012 dello 0,2% per il riconoscimento di incrementi retributivi al personale convenzionato previsto dalla normativa vigente.
Altre prestazioni (ospedaliere, specialistiche, riabilitative, integrative e altra assistenza): è prevista una spesa di 24.319 milioni, con una variazione rispetto al 2012 del 2,6%. Per il settore è in pista la riduzione in misura percentuale fissa degli importi e dei corrispondenti volumi di acquisto di prestazioni di assistenza specialistica e ospedaliera da erogatori privati accreditati per ridurre la spesa complessiva annua dell’1% rispetto al 2011 e i i maggiori costi (65 milioni) originati dal concorso statale per il 2013 al finanziamento degli oneri per le attività strumentali dei Policlinici universitari e ospedali non statali.
Per le altre componenti di spesa la stima è di 5.211 milioni, con una variazione rispetto all’anno 2012 del 7,0 per cento.
Previsioni 2014-2017. Prendendo a riferimento il 2013 è prevista una crescita a un tasso medio annuo dell’1,9%. Il Pil nominale, cresce in media del 3,2% e il rapporto spesa sarìitaria-Pil si attesta sul 6,7%.
Il profilo previsto per la spesa sanitaria «sconta» tra l’altro gli effetti economici della non applicabilità della previsione dell’introduzione dei ticket da 2 miliardi nel 2014 per la sentenza della 187/2012 della Corte Costituzionale, con la revisione al rialzo del tasso di crescita medio della spesa sanitaria dello 0,4% rispetto a quello (1,5%) che si sarebbe osservato se la manovra fosse stata attuata.
Personale dipendente e convenzionato. La spesa è in aumento per la fine del blocco al 31 dicembre 2014 degli incrementi retributivi e per il il riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale 2015-2017. Il che conferma anche indirettamente l’intenzione di prorogare il blocco dei contratti a tutto il 2014.
Beni e servizi. Incide su questa voce la riduzione del 10% dei corrispettivi per l’acquisto di beni e servizi (esclusi i farmaci ospedalieri) e dei corrispondenti volumi d’acquisto per tutta la durata dei contratti in essere, con la possibilità per le Regioni di misure alternative nel rispetto dell’equilibrio di bilancio; la rideterminazione del tetto di spesa per l’acquisto di dispositivi medici al 4,4% dal 2014; la rideterminazione del tetto sulla spesa farmaceutica ospedaliera al 3,5% con la fissazione al 50% della quota di ripiano dello sfondamento del tetto a carico dette aziende farmaceutiche (payback).
Farmaceutica convenzionata. E’ previsto l’incremento dello sconto a carico dei farmacisti dall’1,82% al 2,25% e la rideterminazione del tetto per l’assistenza farmaceutica territoriale all’11,35% il payback già previsto dalla normativa vigente in caso di superamento.
Prestazioni sanitarie da operatori privati. Il calcolo si basa sulla riduzione degli acquisti da erogatori privati per prestazioni di assistenza specialistica e ospedaliera del 2% rispetto dal 2014 e sulla fissazione di un tetto alla remunerazione dette funzioni degli erogatori privati, che non può superare il 30% del limite assegnato.
La governance del sistema della spesa sanitaria
Cala ancora nel 2012 la spesa sanitaria che passa dai 111,593 miliardi del 2011 ai 110,842 dello scorso anno – quando era scesa dello 0,8% sul 2010 – riducendosi di 751 milioni (-0,7%). E rispetto al finanziamento di poco meno di 108 miliardi il disavanzo sarebbe quindi di circa 2,8 miliardi. Senza contare naturalmente le manovre locali che potrebbero abbassarlo ulteriormente come già accaduto lo scorso anno. Sono questi i dati di un focus sulla «governance del sistema della spesa sanitaria» contenuto nel Def, il documento di economia e finanza approvato ieri mattina dal Consiglio dei ministri, «un work in progress, un contributo che crediamo particolarmente utile in una fase in cui le forze politiche si confrontano», come lo ha definito il presidente del Consiglio Mario Monti.
Secondo il focus, «la governance implementata in materia sanitaria ha consentito di conseguire negli ultimi anni un significativo rallentamento della dinamica della spesa. Infatti, a fronte di una variazione media annua della spesa sanitaria pari al 7% nel periodo 2000-2006, nel successivo periodo 2006-2012 la variazione media annua è risultata pari all’1,4%». E «nel prossimo triennio dovrebbe confermarsi tale dinamica, anche per effetto delle manovre previste nel settore che prevedono, tra l’altro, una riorganizzazione del sistema sanitario anche per effetto della razionalizzazione della rete ospedaliera».
A livello macroeconomico secondo il Def «il graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari registratosi nell’area dell’euro nel 2012 non si è ancora pienamente trasmesso all’economia reale ritardando la ripresa economica». «In Italia – si legge – la recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, si è protratta per tutto il 2012. Nella media dell’anno il Pil si è ridotto del 2,4 per cento in termini reali, confermando le stime diffuse a settembre nella Nota di aggiornamento del Def».
«La credibilità si acquista con difficoltà ma si può perdere rapidamente. Ma il Def conferma che dopo la crisi del novembre 2011 il risanamento del bilancio é avvenuto», secondo Monti che ha aggiunto: «Il disavanzo é sotto il 3% ed é stato centrato l’obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali. A maggio l’Italia speriamo esca dalla lista dei Paesi con problemi di finanza pubblica».
Per Monti, «L’Italia potrà avere gli spazi per sostenere in modo intelligente l’attività economica come dimostra il decreto sul debito delle Pa».
Niente nuovi ticket dal 2014. Serve nuova legge. O la spesa aumenterà di 2 mld
Nel capitolo sanità del Documento di economia e finanza 2013 approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, è stato esplicitato in maniera chiara per la prima volta che, a partire dal prossimo anno, la spesa sanitaria subirà un incremento di 2 mld di euro dovuto alla dichiarata illegittimità costituzionale riguardante l’introduzione di nuovi ticket.
Come si legge nel testo, infatti, “per il periodo 2013-2015 il dato di spesa dovrà tenere conto anche degli effetti della sentenza n. 187 della Corte Costituzionale, con la quale è stata è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della disposizione in materia di introduzione di nuovi ticket, per un importo di 2.000 milioni di euro dal 2014, prevista dal decreto legge n. 98/2011. La predetta illegittimità è stata rilevata con riferimento allo strumento indicato dalla norma (un regolamento), in quanto lo Stato può esercitare la potestà regolamentare solo nelle materie nelle quali abbia competenza esclusiva. Pertanto, allo stato, in assenza di una disposizione alternativa, è stato necessario incrementare il livello di spesa di 2.000 milioni di euro a decorrere dal 2014”.
Altro dato significativo riportato nel Def, è quello relativo al rallentamento della dinamica della spesa. Si è potuta infatti notare una variazione media annua della spesa sanitaria pari al 7% nel periodo 2000-2006, scesa poi all’1,4% nel periodo 2006-2012. In particolare, nel biennio 2011-2012 si è registrato un decremento del livello di spesa rispetto all’anno precedente.
Nel prossimo triennio è prevista una conferma di tale dinamica, anche per effetto delle manovre previste nel settore che sanciscono, tra l’altro, una riorganizzazione del sistema sanitario anche per effetto della razionalizzazione della rete ospedaliera.
Si è osservato inoltre che, a partire dall’anno in corso, nella definizione dei fabbisogni sanitari verrà applicata la metodologia dei costi standard.
Sempre in materia di attuazione del federalismo fiscale, la normativa concernente l’armonizzazione dei bilanci, rappresenta “un ulteriore miglioramento dei vigenti procedimenti contabili nel settore sanitario: di particolare rilievo sono le disposizioni dirette a garantire, nel bilancio regionale, un agevole individuazione dell’area del finanziamento sanitario, e a disciplinare, nell’ambito del bilancio sanitario regionale, la contabilità delle cosiddette gestioni sanitarie accentrate presso le regioni (quote di finanziamento del Ssn non attribuite alle aziende, ma gestite direttamente presso le regioni), il consolidamento regionale dei conti sanitari, specifiche deroghe alle disposizioni civilistiche al fine di tenere conto della specificità degli enti di cui trattasi, nonché la trasparenza dei flussi di cassa relativi al finanziamento sanitario”.
In sintesi, la costruzione di benchmark di spesa e di qualità, l’omogeneizzazione dei documenti contabili, la previsione di sanzioni in caso di deficit, hanno delineato un sistema fondato sul corretto principio della piena responsabilizzazione delle regioni. La complessiva architettura sopra rappresentata è stata ulteriormente rafforzata attraverso il potenziamento del sistema di monitoraggio trimestrale dei fattori di spesa, svolto a livello centrale con un dettaglio analitico a livello di singola Azienda sanitaria. Il potenziamento delle capacità analitiche e di controllo della spesa sanitaria si è conseguentemente tradotto anche nel potenziamento di strumenti di previsione sempre più efficaci e congrui ai fini della programmazione finanziaria, tant’è che con riferimento ai documenti di finanza pubblica quanto meno dell’ultimo quinquennio i livelli di spesa effettivamente registrati a consuntivo sono risultati costantemente contenuti nell’ambito di quanto programmato, contribuendo, il settore in esame, al complessivo progressivo processo di stabilizzazione della finanza pubblica ed in particolare di contenimento della dinamica della spesa pubblica.
Questo il quadro della spesa sanitaria fino al 2014:
2012: la spesa sanitaria si è assestata su 110,842 miliardi di euro con un’incidenza sul Pil del 7,1%;
2013: la spesa sanitaria prevista è di 111,108 miliardi di euro con un’incidenza sul Pil del 7,1%;
2014: la spesa sanitaria prevista è di 113,029 miliardi di euro con un’incidenza sul Pil del 7,0%.
Il Sole 24 Ore sanità e Quotidiano sanità – 11 aprile 2013