L’importazione di materie prime agroalimentari dell’Unione europea è largamente legata alla deforestazione illegale. Uno studio dell’ong Fern, Stolen Goods: The EU’s complicity in illegal tropical deforestation, stima che nel 2012 l’Ue abbia importato sei miliardi di euro di soia, carne bovina, olio di palma e pellame, provenienti dalle attività agroalimentari nelle foreste tropicali disboscate illegalmente: quasi un quarto del commercio mondiale totale di materie prime provenienti da queste aree.
La percentuale sul volume globale è del 27% per la soia, del 18% per l’olio di palma, del 15% per la carne bovina e del 31% per il pellame.
Paesi Bassi, Regno Unito, Germania, Italia e Francia sono i principali importatori di queste materie prime prodotte grazie al disboscamento illegale e sono responsabili collettivamente del 75% del valore degli acquisti europei. Ognuno di questi cinque paesi si caratterizza per l’importazione di una materia prima: Olanda e Germania sono i maggiori importatori di olio di palma; al Regno Unito è destinata la carne bovina, mentre la maggior parte del pellame entra in Italia, dove è destinato all’industria delle calzature e delle borse; la Francia è la maggior importatrice di soia, utilizzata nel mangime di polli e maiali.
Più della metà di questi prodotti viene dal Brasile, dove si stima che circa il 90% della deforestazione sia illegale; un quarto dall’Indonesia, dove il disboscamento fuori legge sarebbe dell’80%; seguono Malesia, Paraguay, Argentina e altri Paesi.
Beniamino Bonardi – Il Fatto alimentare – 27 marzo 2015