Stop alla franchigia da 250 euro su deduzioni e detrazioni e al tetto da 3.000 euro alle spese detraibili. È questa la nuova tessera inserita nel complesso mosaico che dovrà portare nelle prossime 48 ore al restyling della legge di stabilità. Un mosaico non ancora completo, anche perché deve ancora essere perfezionato l’accordo nella maggioranza (e con il Governo) sull’utilizzo delle risorse liberate dalla rinuncia al taglio dell’Irpef. Se, infatti, per il 2013 il punto di incontro è stato trovato nella riscrittura degli sconti fiscali alle famiglie, tutta da definire è la partita che si sta giocando per definire il taglio del cuneo e gli incentivi alla produttività limitatamente al 2014.
Non a caso al termine del nuovo incontro di ieri a Montecitorio con il ministro all’Economia, Vittorio Grilli, i relatori alla legge di stabilità Pier Paolo Baretta (Pd) e Renato Brunetta (Pdl) e il relatore al Ddl Bilancio, Amedeo Ciccanti (Udc) hanno parlato di un «nuovo passo in avanti» ma non di un accordo definito in tutti i suoi aspetti. E che la strada non sia ancora del tutto in discesa è confermato dal pressing al quale è stato sottoposto, subito dopo l’incontro, il ministro Grilli da molti colleghi di governo per evitare i tagli previsti dalla stabilità e trovare le coperture per nuove misure. Senza considerare che sul taglio del cuneo Pdl, Pd e Udc continuano a restare sostanzialmente sulle loro posizioni. E non è escluso che per sbloccare la partita debbano concorrere nella prossime 48 ore anche i leader dei tre partiti.
In ogni caso dal round di ieri, oltre alla conferma delle intese di massima raggiunte nei precedenti incontri come il no all’aumento dell’Iva del 10% grazie alla rinuncia del taglio di un punto percentuale delle prime due aliquote Irpef, sarebbe già arrivato l’ok alla cancellazione della stretta su deduzioni e detrazioni. Salvo ulteriori ripensamenti l’intesa raggiunta ieri a Montecitorio non punterebbe più a un intervento di modifica selettivo su franchigia e tetto agli sconti del fisco, con la cancellazione della retroattività e l’eventuale esclusione dal limite dei 3.000 euro degli oneri sui mutui prima casa o delle spese per le palestre dei figli, nonché delle spese sanitarie dall’aumento della franchigia dagli attuali 129,11 euro a 250. Al contrario si profila lo stralcio dell’intera stretta lasciando di fatto invariato l’attuale regime di detrazioni e deduzioni fiscali e rinviando ogni possibile intervento sulle tax expenditures là dove era inizialmente previsto, ovvero nella delega fiscale.
Nell’incontro di ieri si è stabilito anche che le risorse liberate dalla rinuncia al taglio dell’Irpef pari a circa un miliardo per il 2013 andranno tutte a riduzione del carico fiscale sulle famiglie. Trattandosi di un intervento a regime la dote che la stabilità riserverà alla famiglia sarà pari a 3 miliardi nel triennio 2013-2015. Per conoscere i dettagli dell’intervento si attendono ora le quantificazione del Tesoro, ma secondo alcune indiscrezioni si prevede un incremento delle agevolazioni fiscali tra 120 e 170 euro annui. La scelta finale poi potrebbe cadere sui 150 euro a seconda di dove verrà posizionato il limite di reddito oltre il quale lo sconto si azzera.
Sul tavolo del confronto resta la questione della ripartizione delle risorse per il 2014 e 2015 tra il taglio al cuneo di imprese e lavoratori e la detassazione della produttività. Dei tre miliardi liberati dall’Irpef almeno uno all’anno sarà assorbito, come detto, dalla famiglia. La dote per ridurre il cuneo fiscale di imprese e lavoratori sarebbe quindi di due miliardi. Ci sono poi 1,6 miliardi già stanziati per la detassazione della produttività. Ma che restano appesi all’intesa che dovranno trovare sindacati e imprese. (Il Sole 24 Ore)
Il tetto e le franchigie sulle detrazioni e le deduzioni saltano dalla manovra
Non è poco, ma è l’unico risultato concreto raggiunto ieri nell’incontro tra il governo e la maggioranza sulle modifiche alla legge di Stabilità. Accantonato il taglio dell’Irpef, e messa da parte ora anche la stretta sulle detrazioni, l’accordo su come utilizzare le risorse disponibili, un miliardo nel 2013, 2,3 nel 2014 e 3,2 nel 2015, è ancora lontano. L’intesa, con i relativi emendamenti, potrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana, dopo una verifica con i segretari dei partiti di maggioranza. E subito dopo, almeno questo è certo, il governo porrà la fiducia per blindare gli accordi ed il cammino della legge di bilancio.
L’Udc spinge per destinare il miliardo disponibile nel 2013 alla famiglia, con un aumento delle detrazioni per i carichi familiari (con uno sgravio medio, secondo le ipotesi sul tappeto, di 150 euro a famiglia). Il Pd preferirebbe alleggerire il carico fiscale dei contribuenti aumentando le detrazioni per il lavoro dipendente. Il Pdl pretende che ci sia qualcosa anche per le imprese ed i lavoratori autonomi, ai quali andrebbero destinate le risorse del 2014-15.
I centristi di Casini hanno giudicato molto positivamente l’incontro tra il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e la maggioranza, avvenuto ieri alla Camera, e sono convinti che la loro linea possa prevalere anche con il sostegno del Pd. Il Pdl avrebbe ottenuto la creazione di un fondo, che sarà alimentato anche dalla revisione della spesa sugli incentivi alle imprese, da destinare nel 2014 ed in futuro alla riduzione della pressione fiscale per le aziende. Al Tesoro, tuttavia, giudicano la situazione ancora fluida. Nel fine settimana il governo proseguirà le verifiche tecniche e le simulazioni sulle ipotesi in discussione. Prima di definire gli emendamenti per modificare la legge, tuttavia, dovrebbe esserci un incontro tra il premier, Grilli, Alfano, Bersani e Casini.
Saltata la riduzione di un punto delle aliquote sui primi due scaglioni dell’Irpef, intanto, dalla manovra scompare anche la stretta sulle agevolazioni fiscali. Non ci sarà più, dunque, l’ipotizzata franchigia di 250 euro sulle detrazioni e sulle deduzioni, così come viene eliminato il tetto massimo dei 3 mila euro previsto per le sole detrazioni dall’imposta. L’aumento dell’Iva di un punto riguarderà, dal primo luglio del 2013, solo l’aliquota massima del 21%, escludendo quindi gli aumenti dell’imposta per i medicinali ed i beni alimentari di prima necessità.
In attesa di definire il pacchetto fiscale della manovra, nel fine settimana i relatori della legge, Pier Paolo Baretta per il Pd e Renato Brunetta per il Pdl, presenteranno gli emendamenti per sistemare gli altri problemi emersi dalla discussione in Parlamento, dalle risorse per gli esodati a quelle per evitare l’aumento dell’orario di lavoro dei professori nella scuola. I tagli alternativi proposti dall’Istruzione non bastano, e servono altri 70 milioni.
Ieri i relatori hanno nuovamente incontrato il ministro del Welfare, Elsa Fornero. «Stiamo lavorando seriamente e presto avremo le soluzioni» ha detto Brunetta, annunciando che gli emendamenti arriveranno al massimo domenica mattina, e riguarderanno anche il pacchetto scuola. La Commissione Bilancio, nel frattempo, ha cassato definitivamente l’operazione «Cieli Bui», ovvero l’attenuazione dell’illuminazione pubblica per risparmiare. Ed ha introdotto una tassa annuale di 500 euro sulle macchinette “acchiappa-peluche” diffuse nei luna park e nelle sale giochi.
La legge di Stabilità per il 2013 ridistribuisce una decina di miliardi di euro, ma non modifica i saldi di bilancio, già blindati dalla manovra estiva. Proprio ieri, per inciso, è stata perfezionata la cessione di Fintecna, Sace e Simest dal Tesoro alla Cassa Depositi, che ha versato un anticipo di 5,4 miliardi (il 60% del valore). È il primo tassello del piano previsto dalla manovra estiva per la riduzione del debito pubblico, che per il 2012 fissa un obiettivo di 10 miliardi dalle dismissioni. (Mario Sensini – Corriere della Sera)
10 novembre 2012