
Dieci anni fa moriva Giovanni Vincenzi. I veterinari veneti ricordano il suo grande impegno con affetto e riconoscenza
Sono passati dieci anni da quando Giovanni Vincenzi ci ha lasciati. Se ne era andato all’improvviso a 64 anni, il 21 aprile del 2008, nello sgomento e il dolore di famigliari, amici e colleghi veterinari che in lui hanno sempre visto un riferimento sicuro, autorevole e pacato. Il vuoto che ha lasciato non si è mai colmato e il ricordo di chi l’ha conosciuto e apprezzato è a tutt’oggi vivissimo.
Nell’ultima parte di una vita sempre impegnata, come dirigente dell’Unità di progetto sanità animale e igiene alimentare della Regione Veneto, ha rappresentato con autorevolezza e competenza tutta la categoria. Disponibile e cortese, era sempre pronto ad ascoltare gli altri. Di lui ci rimane una grande lezione umana: il rispetto verso tutti, fossero colleghi o operatori. Giovanni riusciva sempre, con la sua calma e ragionevolezza, a portare a buon fine ogni situazione.
La dedizione agli incarichi via via assunti e il grande attaccamento al lavoro, d’altro canto, hanno rappresentato il tratto distintivo della sua personalità e del suo agire, sia come sindaco di Boscochiesanuova, prima, che come dirigente della Veterinaria regionale, poi. Non si è mai risparmiato e forse anche questo ha contribuito a interrompere così presto la sua vita.
Spesso ancora ci chiediamo, davanti a un problema da risolvere, cosa avrebbe fatto Giovanni al posto nostro oppure ci tornano in mente le sue parole assennate o il suo sorriso. O quando, nei fine settimana, nel suo giardino di Dosso Gervasio a Bosco, nella pace assoluta dei monti, coltivava paziente le rose e allevava il “ciuffolotto” nella voliera.
Vincenzi non era nativo di Bosco, ma di Pescantina. In Lessinia era però arrivato ancora giovanissimo per il suo primo lavoro di veterinario e a questa terra ha tributato un amore incondizionato durato una vita. Ricambiato pienamente dalla sua gente che lo volle sindaco per 16 anni ininterrotti, dal 1977 al 1993.
Giovanni aveva aderito alla Democrazia cristiana fin da ragazzo ed era vicino alla corrente di Forze nuove dei ministri Carlo Donat Cattin e Gianni Fontana. Il suo impegno politico fu sempre caratterizzato da spirito di servizio e profonda umanità. Quinto di cinque fratelli, era arrivato alla politica dalla militanza nell’Azione cattolica della parrocchia dove da ragazzo insegnava il catechismo ai più piccoli. Di quell’esperienza gli rimase la capacità di parlare alla gente e di interpretarne i bisogni, con un’attenzione particolare ai poveri e a chi ha meno.
Della sua lunga attività amministrativa a Boscochiesanuova restano, in centro e nelle frazioni, i segni tangibili della sua lungimiranza: gli interventi per lo sviluppo del turismo come il Palaghiaccio (fortemente voluto nonostante le contrarietà), i campi di calcio, le aree artigianali, la circonvallazione e la trasformazione dell’ex sede comunale in museo etnografico e biblioteca, solo per citarne alcuni.
“Umile e tenace – così lo descrisse la sorella Pia, cui era molto legato, l’indomani della sua morte – per anni non ha fatto ferie, tutto preso dal suo lavoro in Regione. Credo che dalla politica abbia avuto anche amarezze e delusioni che teneva per sé, sotto il suo sorriso sempre condito da una sottile ironia”.
Dopo la sua scomparsa gli amici e i colleghi, con l’appoggio e l’impegno concreto della famiglia, hanno deciso di mantenere vivo il ricordo di Giovanni e gli indirizzi a cui si è ispirato in tanti anni di impegno professionale costituendo un’associazione che porta il suo nome.
Scopo del sodalizio sono i temi che stavano a cuore a Vincenzi: la valorizzazione culturale della medicina veterinaria, l’attenzione alla zootecnia di montagna e al rapporto uomo-animale-ambiente. L’associazione, oltre alle numerose attività formative, assegna anche ogni anno due borse di studio a favore di giovani colleghi per le migliori tesi di laurea.
Oggi l’impegno di far vivere l’associazione Vincenzi è affidato a coloro che lo hanno personalmente conosciuto e apprezzato. Siamo convinti però che i principi che Giovanni portava avanti per far crescere la medicina veterinaria possano essere un interesse condiviso anche dalle giovani generazioni di colleghi. E che coltivare la sua memoria ci aiuti tutti a non perdere di vista quali siano i veri valori della nostra professione, nel prepararci ai suoi sviluppi futuri.
21 aprile 2008 – 21 aprile 2018