Un altro gruppo di lavoro regionale. Lo ha istituito, con il decreto numero 30 del 7 marzo, il direttore generale dell’Area sanità e sociale, Domenico Mantoan, con lo scopo di migliorare l’operatività dei Dipartimenti di prevenzione delle aziende Ulss. In particolare la creazione di questo nuovo tavolo tecnico ha la finalità di attivare percorsi di omogeneizzazione (il coordinamento a livello provinciale è tra gli obiettivi che la dgr 2533/2013 detta ai direttori generali) attraverso “la collaborazione tra le Ulss e i referenti regionali competenti per materia”. Questi ultimi però, va rilevato, non faranno parte del gruppo di lavoro. Come componenti sono stati chiamati, “per la loro esperienza e competenza”, infatti, cinque direttori di Dipartimenti di prevenzione delle Ulss, di cui due dirigenti di Servizi veterinari, uno di Sian, uno di Spisal e uno di Igiene pubblica.
A coordinare il tutto la dottoressa Francesca Russo, dirigente del Settore promozione e sviluppo Igiene e sanità pubblica.
Ma quali sono i compiti su cui il nuovo gruppo di lavoro dovrà impegnarsi? Essenzialmente otto: il supporto alla programmazione di interventi di prevenzione delle malattie trasmissibili, la semplificazione di pratiche di non comprovata efficacia al fine di alleggerire la burocrazia, la piena attuazione dell’operatività sottesa allo Sportello unico per le attività produttive, il miglioramento e l’attualizzazione del tariffario regionale delle prestazioni, l’uniformazione e l’orientamento alla gradualità del rischio delle azioni di ispezione e vigilanza, il supporto all’individuazione delle azioni prioritarie e all’elaborazione del Piano regionale prevenzione 2014-2018 (di cui sarà coordinatore sempre il Settore della dottoressa Russo!), la condivisione delle azioni e dei documenti elaborati con gli altri direttori dei Dipartimenti di prevenzione delle Ulss del territorio regionale.
Senz’altro si tratta di un’iniziativa che potrebbe avere delle potenzialità. Sulla sua attuazione pratica sorge però qualche interrogativo. A partire dall’essere un coordinamento regionale e non su base provinciale come indicato dalla dgr 2533/2013. Come mai, in ogni caso, in un tavolo tecnico che ha il compito di programmare l’attività dei Dipartimenti di prevenzione non sono stati inseriti i responsabili delle Sezioni istituzionalmente preposte a queste tematiche, e cioè il direttore la Sezione Prevenzione Giovanna Frison e il direttore della Sezione Veterinaria e sicurezza alimentare Giorgio Cester? Che sarebbero poi “i referenti regionali competenti per materia” che lo stesso decreto numero 30 richiama in premessa… E, ancora, perché si sceglie che a coordinare questo gruppo di lavoro sia il semplice responsabile di un settore che, tra l’altro, dipende da un’altra Sezione?
Al di là dei fini che si vogliono perseguire si ha la sensazione che la Regione continui a bypassare le competenze e a sovrapporre nuovi organismi e nuovi responsabili a strutture già esistenti. Strutture che dovrebbero essere pienamente operative e che andrebbero valorizzate. La semplificazione e la razionalizzazione delle risorse nella pubblica amministrazione e in sanità passano anche di qui.
In ogni caso ci auguriamo di conoscere presto i risultati del lavoro di questo nuovo organismo. Dell’attività di tanti, troppi, tavoli tecnici regionali, infatti, non abbiamo più ricevuto alcun resoconto.
A cura del Sivemp Veneto – 18 marzo2014