Domani pomeriggio incontro clou al ministero della Salute tra il sottosegretario Paolo Fadda e i sindacati della dirigenza medica, sanitaria e amministrativa e del comparto del Ssn per esaminare la bozza del Dpcm previsto dalla legge dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. In particolare l’articolo 4, comma 10, della legge demanda a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri l’attuazione dei commi 6, 7, 8 e 9 del medesimo articolo 4 per la stabilizzazione del personale con contratto di lavoro a tempo determinato anche con riferimento alle professionalità, degli enti del Ssn, al personale dedicato alla ricerca in sanità, nonché al personale medico in servizio presso il pronto soccorso delle Asl. Il decreto prevede anche la proroga dei contratti a tempo determinato fino al 2016. Il testo.
La bozza del Dpcm messa a punto dal ministero, che dovrà poi passare al vaglio delle Regioni, prevede in particolare che:
– gli enti del Ssn, entro il 31 dicembre 2016, possono bandire procedure concorsuali per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanità, ivi compreso quello appartenente alle aree dirigenziali, medico veterinario, sanitaria, professionale, tecnico, amministrativa;
– le procedure concorsuali sono riservate al personale in servizio presso gli enti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e all’articolo 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ovvero che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso gli enti;
– il personale medico in servizio continuativo da almeno 5 anni nei pronto soccorso delle Aziende Sanitarie è ammesso a partecipare ai concorsi ancorché non in possesso del diploma di specializzazione;
alle procedure concorsuali può partecipare anche il personale dedicato alla ricerca in sanità;
– gli enti del Ssn che nella programmazione triennale del fabbisogno di personale riferita agli anni dal 2013 al 2016, prevedono di effettuare le procedure concorsuali previste dal decreto possono prorogare fino al 2016 i contratti di lavoro a tempo determinato dei soggetti che hanno maturato, al 30 ottobre 2013, almeno tre anni di servizio, nel rispetto dei vincoli finanziari previsti dalla normativa vigente in materia;
– gli enti del Ssn che hanno vuoti in organico nelle qualifiche per le quali non è previsto titolo di studio superiore a quello dell’obbligo procedono all’assunzione a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, dei lavoratori socialmente utili e dei lavoratori di pubblica utilità.
I contenuti del Dpcm
Concorsi riservati. Secondo quanto previsto dalla bozza, gli Enti, entro il 31 dicembre 2016, possono bandire concorsi per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato di personale del comparto sanità, compreso quello appartenente alle aree dirigenziali, medico veterinario, sanitaria, professionale, tecnico, amministrativa.
Tali procedure sono riservate al personale in servizio presso gli enti che al 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso gli enti. I bandi sono adottati per assunzioni a tempo indeterminato con contratti di lavoro a tempo parziale.
Gli enti avviano le procedure di reclutamento del personale sulla base della programmazione triennale del fabbisogno di personale e nel rispetto del limite finanziario previsto dall’art. 35, comma 3 bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, nel rispetto della programmazione del fabbisogno, nonché del limite massimo complessivo del 50 per cento delle risorse finanziarie disponibili ovvero a valere sulle risorse assunzionali relative agli anni 2013, 2014, 2015 e 2016 anche complessivamente considerate, in misura non superiore al 50 per cento.
Le graduatorie sono utilizzabili per assunzioni nel quadriennio 2013-2016
Proroga dei contratti a tempo determinato. Gli enti che nella programmazione triennale del fabbisogno di personale riferita agli anni dal 2013 al 2016, prevedono di effettuare concorsi, possono prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato dei soggetti che hanno maturato, al 30 ottobre 2013, almeno tre anni di servizio, nel rispetto dei vincoli finanziari previsti dalla normativa vigente in materia. Tali proroghe sono disposte, in relazione al proprio effettivo fabbisogno, alle risorse finanziarie disponibili e ai posti in dotazione organica vacanti, indicati nella programmazione triennale, fino al completamento delle procedure concorsuali e comunque non oltre il 31 dicembre 2016.
Lavori socialmente utili e di pubblica utilità. Gli enti che hanno vuoti in organico relativamente alle qualifiche per le quali non è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell’obbligo, procedono all’assunzione a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, dei lavoratori socialmente utili, indirizzando una specifica richiesta alla Regione competente.
Personale dedicato alla ricerca e personale medico in servizio presso i pronto soccorso delle Aziende Sanitarie. Alle procedure concorsuali disciplinate dal Dpcm è ammesso a partecipare il personale dedicato alla ricerca in sanità in possesso dei requisiti previsti. Per le proroghe dei contratti di lavoro del personale degli enti di ricerca si applicano le stesse disposizioni già descritte.
Ammesso ai concorsi anche il personale medico in servizio continuativo da almeno 5 anni nei pronto soccorso delle Aziende Sanitarie, anche se non in possesso del diploma di specializzazione. Tutte le procedure elencate nel Dpcm si applicano anche all’Istituto superiore di sanità che, esclusivamente per il personale dedicato alla ricerca in sanità, può bandire appositi concorsi.
Fadda: “Il superamento del precariato è un problema da affrontare e risolvere insieme”
Affrontare, in forma unitaria e radicale il problema dei camici bianchi da anni, con rapporti di lavoro precario. È questo l’obiettivo dell’incontro domani pomeriggio, del Sottosegretario di Stato alla Salute, Paolo Fadda con tutti i sindacati del comparto sanità, tra i quali anche le rappresentanze di medici e di altra dirigenza.
Un incontro con il quale il Sottosegretario Fadda, delegato dal Ministro della Salute alla trattazione della materia, onora nei tempi l’impegno preso nell’ultimo incontro con i sindacati del comparto sanità, di affrontare quale priorità l’emanazione del DPCM previsto dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125 (da adottare entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legge 101/13) su proposta del Ministro della salute, di concerto l’Economia e il Ministro della Pa intesa con le regioni per attuare, per gli enti del Ssn, le disposizioni dettate per il personale a tempo determinato delle altre pubbliche amministrazioni da tale legge.
“La priorità – afferma il Sottosegretario Fadda – è data dalla considerazione che si affronta la delicata, importante e strategica questione delle lavoratrici e dei lavoratori precari dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale per la duplice seguente considerazione: la prima che è giusto affrontare, in forma unitaria e radicale il problema di una generazione di professionisti e di operatori che da anni, con rapporti di lavoro precario, garantiscono, con competenza e generosità, prevenzione, cura, riabilitazione e ricerca nelle aziende e istituzioni sanitarie. La seconda è che, finalmente, per medici ed altre professionalità laureate, è possibile offrire una soluzione certa per tentare di uscire dal tunnel del precariato”.
Questa norma amplia la platea del personale del Ssn da regolamentare col Dpcm comprendendo tutto il personale del Servizio Sanitario, medici e altra dirigenza compresa, nonché il personale dedicato alla ricerca in sanità per il quale dovranno essere dettate specifiche disposizioni.
“È dal 1985 che si prevede anche per i medici la possibilità di stabilizzazione nel Ssn – si legge in un comunicato del ministero della Sanità –, invece prevista nelle precedenti leggi per il personale non dirigenziale del comparto sanità, così come per la prima volta si prevede la specificità del personale precario dedito alla ricerca in sanità, registrando un’inversione di tendenza in un settore qual è quella della ricerca sanitaria nel nostro Paese per il quale l’unica soluzione di valorizzazione appariva essere la fuga di cervelli all’estero. L’incontro di martedì prossimo, costituisce una novità nelle convocazioni: si è voluto riunire in un unico tavolo sia i sindacati della dirigenza, medici compresi, che del restante personale del comparto sanità in quanto il superamento del fenomeno del precariato è un problema da affrontare e risolvere insieme: è augurabile che da straordinaria, questa modalità di convocazione diventi la normalità per affrontare con le risorse e le competenze di tutto il personale e delle loro rappresentanze sindacali, la strategia per difendere e rilanciare il nostro Ssn”.
Quotidiano Sanità – 18 novembre 2013